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serie a
(Photo by Giuseppe Cottini/Getty Images)
Fabio Pecchia, allenatore della Cremonese, ha raccontato alla Gazzetta dello Sport le emozioni della promozione, soffermandosi anche sul giovane talento del Napoli Gaetano.
Le parole di Pecchia:
"Sono ancora 'stonato', siamo arrivati a Cremona di notte e abbiamo festeggiato fino alle 4. E quando sono rientrato a casa ho provato a dormire, ma non ci sono riuscito".
Dica la verità: non se l’aspettava di essere promosso venerdì sera...
"Allora: al fischio finale della partita con l’Ascoli mi sono detto: 'Che campionato abbiamo buttato via'. Ma già al rientro negli spogliatoi, analizzando gli altri risultati, qualche possibilità me la sono data. Certo, a quel punto non dipendeva più solo da noi ma proprio questo può averci aiutato: a Como abbiamo giocato più sciolti".
Differenze con la promozione di Verona nel 2017?
"Là avevamo l’obbligo di salire, in rosa avevamo grandi nomi. Qui a Cremona invece abbiamo puntato soprattutto sui giovani. L’obiettivo non era la promozione diretta, ma abbiamo dimostrato che si può vincere con tanti ragazzi in campo giocando anche un bel calcio".
Con il cavaliere Arvedi rapporto ha?
"Ottimo. La cosa più bella sono le riunioni con lui. Fa tante domande e io gliele faccio a lui. Con una persona come lui, con la sua storia, con quello che ha fatto, c’è sempre qualcosa da imparare. E so per certo che il calcio gli dà emozioni forti".
Arvedi si è affidato a Braida che a sua volta ha scelto lei: perché?
"Non lo so neanche io perché non ci conoscevamo, mentre ora il feeling tra noi due è totale. Quando sono arrivato nel gennaio 2021 la squadra era penul- tima, ora siamo in A: qualcosa di buono lo abbiamo fatto. Se c’è uno a cui devo dire grazie, oltre ad Arvedi, è proprio Braida".
Lei era anche un pupillo di Gigi Simoni.
"Si, eravamo molto amici. Appena arrivato a Cremona la prima cosa che ho chiesto è stata quella di mettere una sua foto nel mio ufficio. Il fatto che la mia promozione in A sia arrivata dopo la sua forse non è un caso".
La Cremonese ha alcuni gioielli “solo” in prestito: quanto sarebbe importante tenerli anche in A?
"Di certo non mi dispiacerebbe ma serve la volontà sia dei giocatori sia delle società proprietarie del cartellino. Vedremo, in questo momento è ancora presto per parlare di futuro. Comunque vada a finire, tutti questi ragazzi giovani dovranno essere riconoscenti per sempre alla Cremonese, che li ha lanciati nel grande calcio".
C’è qualcosa che non rifarebbe e qualcosa per cui si è detto bravo?
"C’è un giocatore che non ho trattato benissimo: se potessi tornare indietro mi comporterei in maniera diversa. Invece credo di essere stato bravo ad aver insistito con il centrocampo a due: Gaetano e Fagioli hanno dimostrato di saperlo reggere, dopo il ko di Pisa mi hanno massacrato ma io ho tenuto duro".
Il suo maestro Benitez chiamata?
"Si l’ho appena sentito, mi ha fatto i complimenti. Del resto abbiamo un contatto quasi quotidiano, lui mi ha aiutato molto, è un maestro nella metodologia di lavoro, nella gestione del gruppo, nella preparazione delle partite".
Il tecnico spagnolo aveva detto che in caso di promozione si aspettava da lei un invito nel migliore ristorante di Cremona...
"Nei prossimi giorni vado da lui a Liverpool, ho già in programma il viaggio: salderò lì".
Lei è stato anche in Giappone: perché?
"Ho la mente aperta, credo che un’esperienza dall’altra parte del mondo sia utile alla formazione professionale. Sono stato poco, circa 9 mesi: sono dovuto ritornare per motivi familiari ma sarei rimasto di più".
Lei è laureato in legge: studiare è importante anche per i calciatori?
"Rispetto ai miei tempi di giocatori che studiano se ne vedono sempre di più, per fortuna. A me ha aiutato molto, mi ha sempre fatto sentire più tranquillo. Anche nei momenti più difficili che pure a Cremona ci sono stati".
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