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L’uomo che trasformava ogni critica in gol

Claudia Vivenzio

THE WINNER IS - MILIK, ogni critica è un gol. Ecco la rubrica del "vincitore"

Cari lettori di CalcioNapoli19.26.it benvenuti nuovamente nella rubrica “THE WINNER IS”, quella che ha la scopo di decretare il “vincitore” della partita in base ad una serie di parametri molto variegati: quali l’intelligenza, la bravura, il carattere, la tecnica, l’etica ma ci sarà anche spazio, lì quando ci sarà poco da gioire, alla satira e all’ironia.

Ieri il Napoli ha dovuto disputare gli ottavi di finale di Coppa Italia contro il Sassuolo di De Zerbi. Il match si è giocato al San Paolo con una penuria di tifosi ma non per questo gli uomini di Ancelotti hanno sottovalutato la sfida. Tanto turnover in campo, per causa esterne e per volontà interne ma la musica non cambia: è un sontuoso 2-0 che non lascia spazio a critiche.

In effetti c'è da menzionare sicuramente l'aiuto degli attaccanti del Sassuolo che a volte sono stati poco incisivi, l'intervento del VAR che ha ripristinato l'1-0 dunque nessun pareggio e nessuna scintilla di rivincita. Ma anche e soprattutto David Ospina che nei pali si è comportato in modo eccellente: è stato chiamato in causa specialmente nel secondo tempo ed ogni volta si è fatto trovare pronto e reattivo. Con un clean sheet (porta inviolata) è chiaro che non si facciano storie: i padroni di casa hanno dominato.

Ma uno su tutti si è erto, spesso lo fa, ma questa volta più che mai perché ha fatto vedere ancora altri lati di sé: è Arkadiusz MILIK.

Il polacco è sempre al momento giusto nel posto giusto, lì dove dovrebbe essere un vero centravanti: nell'area di rigore. E' pur vero che ormai gli attaccanti sono moderni e tornano, aiutano i compagni, fanno molto sacrificio e tanto altro (José Maria Callejon ne è l'esempio lampante) ma il vero rapace da area di rigore sta lì, non si muove e fa gol ad oltranza: ogni palla che passa è sua ed è gol, senza scusanti. E il numero 99 questa caratteristica ce l'ha, prende parte alla manovra (non totalmente) ma alla fine si ritrova sempre lì e tra un errore della difesa o una palla svirgolata, una respinta di un portiere non perfetta o un passaggio sbilenco di un compagno, Arek mette il proprio zampino e colpisce.

Ieri è complice il portiere del Sassuolo, Gianluca Pegolo, che compie una respinta non affatto precisa che carambola sull'ex Ajax che non deve compiere alcun sforzo: è già gol. Senza quasi rendersene conto è già in porta e in effetti, come spesso capita, esulta poco, sorride con quel sorriso beffardo di chi sa di aver preso in giro un po' tutti perché tanto per lui è un gol troppo facile. In altre occasioni ha esultato poco, in modo discreto, ridendo e indicando i compagni come se il grande lavoro fosse stato degli amici, il suo era solo la realizzazione semplice e facile del grande sforzo altrui.

Ma questa volta c'è stato tempo anche per il numero 99 di diventare un assistman, la palla per Fabian Ruiz è assolutamente perfetta. Lo spagnolo già qualche secondo prima gliela chiama: quella palla è telecomandata, finisce lì dove vuole il numero 8 del Napoli. Neanche alla rete dell'ex Betis, Milik si impressiona, ma ancora una volta indica il compagno Lorenzo Insigne che gli ha offerto una grande palla che ha squarciato il campo dall'ala destra all'area di rigore a sinistra.

Il polacco risponde così: ad ogni gol quasi non esulta, per lui è facile, sono gli altri che ancora non sanno di che pasta è fatto. E se Milik ha intenzione di rispondere con un gol ad ogni critica, i tifosi del Napoli possono dormire sogni tranquilli perché il numero 99 continuerà a macinare fino a che l'ultimo scettico sulla faccia della terra non si sarà ricreduto per il giudizio troppo affrettato e dunque, o meglio, per il pregiudizio.

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