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SAINT VINCENT, ITALY - MARCH 25: Actor Lino Banfi shows his award at Grolle d'Oro Italian Movie Awards at the Hotel Billia on March 25, 2006 in Saint Vincent, Italy. (Photo Elisabetta Villa/Getty Images)
Lino Banfi, attore e tifoso romanista, noto anche nel mondo del calcio per la sua interpretazione di Oronzo Canà nei film “L’allenatore nel pallone”, ha rilasciato un’intervista alla Gazzetta dello Sport in cui ha parlato della Roma e ha fatto una rivelazione su Lotito. Di seguito le sue dichiarazioni.
Le manca lo stadio?
“Sì, dello stadio ho ricordi bellissimi. Ricordo quando portai mia moglie e mio figlio per la prima volta all’Olimpico. Lucia mi disse: “Se urlate non vengo più”. E invece dopo due partite era lei che si alzava e si incazzava. Ho dovuto dirgli ‘stai buona che ci riprendono e mi fai fare brutta figura’. Pensi che avevamo il posto vicino a Lotito…”.
No aspetti, come Lotito?
“Sì, quando ancora non era il presidente della Lazio veniva a vedere la Roma. Ricordo che si sedeva sempre vicino a noi questo signore che ce l’aveva con gli arbitri. Poi chiesi: ‘Ma chi è?’. Mi dissero che aveva un’impresa di pulizie e che si chiamava Claudio Lotito. Ogni volta pensavo ‘mamma mia, ma sempre vicino a questo dobbiamo stare?’. Poi col tempo siamo diventati amici ed è venuto anche a recitare una parte nell’Allenatore nel Pallone 2”.
Quindi Lotito era romanista?
“Non lo so se veniva a gufare o a vedere la Roma. Ma posso dire che era romanista perché quando la Roma segnava lo vedevo: era felice. E poi gli è servito essere tifoso della Roma perché a forza di stare vicino a me e a Carlo Verdone - che siamo plurilaureati e abbiamo insegnato latino in tutte le scuole d’Italia - ha imparato i latinismi. Io e Carlo urlavamo agli arbitri ‘stronzus’, ‘stronzorum’ e allora piano piano Lotito ha appreso”.
Che voto darebbe alla stagione della Roma?
“Alla Roma di quest’anno do un 6,5. Non mi è piaciuta. Lo dico come Lino Banfi, ma soprattutto come Oronzo Canà: non condivido molto quello che fa il mio collega Fonseca. Deve sorridere di più, non sorride mai, è sempre incazzeto. Secondo me ogni tanto Fonseca va ad urlare da qualche parte per conto suo perché ha bisogno di sfogarsi. Ho amato Carlo Mazzone perché urlava e si incazzava però allo stesso tempo era uno che nello spogliatoio sapeva dialogare”.
Quindi Fonseca non le piace?
“Mmm, poco”.
Le piacerebbe vedere Allegri sulla panchina della Roma?
“Sì, anche perché è stato allievo di Oronzo Canà a Covercieno e ricordo che era uno dei migliori”.
E a proposito di Canà: che consiglio darebbe Oronzo alla Roma?
“Direbbe ai giocatori di mangiare meglio. Servono i cannolicchi, le cozze pelose della Puglia: solo questi cibi formano i veri calciatori. Altrimenti la bizona e il 5-5-5 non verranno mai…”.
La Roma può centrare la qualificazione in Champions?
“Secondo me possiamo farcela. Sto aspettando impazientemente che rientri la mia creatura: Zaniolo. Però se Dzeko gioca un po’ di più e Spinazzola continua a correre come una saetta ce la faremo. A proposito, spero che il suo infortunio non sia grave e che rientri presto: si chiama come un paese della Puglia quindi mi piace molto”.
A proposito di Zaniolo: che consiglio darebbe Nonno Libero a Nicolò?
“È scapestratello il ragazzo... Però è bello e piace alle belle donne. Zaniolo deve solo stare attento ad una cosa: che più bone sono e più pericolose diventano. Sono del parere che non bisogna proibire - come fanno molti nonni e allenatori - a questi ragazzi di fare l’amore. Dopotutto fortifica anche quello: le cosce, le gambe, i muscoli, il sorriso. Gli direi solamente: ‘Nicolò, attenzione a non esagerare sennò sono chevoli ameri”.
Dzeko si è intristito dopo la lite con Fonseca?
“Tra i due non c’è armonia ed Edin, giustamente, si è intristito. Il potenziale di Dzeko è almeno il 60% in più di quello che si vede”.
Chiudiamo con la presidenza: Friedkin le piace?
“Io sono abituato ai presidenti romani. Il presidente per antonomasia rimane Franco Sensi. Anche Dino Viola mi piaceva molto. Sono affezionato ai presidenti vecchio stile: quelli che vanno negli spogliatoi, parlano, si incontrano con i giocatori durante la settimana. I Friedkin li vedo sempre presenti allo stadio però mi sembrano tristi da morire. Si togliessero la mascherina e ci facessero vedere che anche loro hanno il sorriso. Ma parlano pugliese? Italieno? Boh…”.
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