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serie a
(Getty Images)
Inter e Juventus sono settima e ottava in classifica dopo nove giornate di Serie A. A memoria, è difficile ricordare un'altra stagione in cui si sia verificato un evento simile. Le spiegazioni possono essere tante, poiché entrambe le compagini non sono libere da rogne (sia di società che di squadra) e perché ci sono altri gruppi più in forma e tecnicamente più avanti. Ciò nonostante, è indubbio che una rivoluzione tale porti ad una riflessione su come il nostro campionato stia cercando di mettersi in pari con l'Europa da un punto di vista del gioco, del merito e della proposta.
Non può essere un caso che Inter e Juventus siano così indietro. Proprio le squadre allenate da Allegri e Inzaghi, due tecnici che nelle difficoltà fanno tutto tranne che esaltarsi. Ancora, nel 2022, Inzaghi pensa prima a togliere via i giocatori ammoniti che a continuare a proporre il suo calcio (alla Lazio, va detto, scintillante ma con cali fragorosi ndr). Per questa ragione - e per altre, di programmazione e di scelte del club - i nerazzurri sono tanto in affanno. Lautaro senza Lukaku sembra improvvisamente spento, Dzeko raccorda il gioco ma segna a Sassuolo due gol casuali. Dumfries si salva, la difesa è in panne e soprattutto Gosens non è quello di Gasperini. Perisic è un'assenza che pesa... ma allora quali erano stati i meriti di Inzaghi nell'Inter dell'anno scorso? L'ex Lazio dà l'idea di smuovere mari e monti per la squadra, per poi rivendicare unicamente il suo lavoro in conferenza: "Dove vado io..." etc. Non continuiamo per dignità.
Su Allegri invece potremmo scrivere un libro: semplicemente si è perso. Negli ideologismi, nel dover dimostrare di poter vincere con le sue idee pure portate all'estremo. Non solo non accetta che siano obsolescenti, vuole pure forzarle. I giocatori questo lo sanno e sembrano colti da un'apatia generale che non è abitudine vederla alla Juventus. E proprio perché l'abitudine a perdere non esisteva, i bianconeri sono ancora più in difficoltà del club di Milano. Insieme, le due squadre hanno vinto più del 60% degli Scudetti mai messi in palio in Italia. È per questo che si tratta di rivoluzione "geografica", come scrivemmo qui. Ma la realtà è che Max non riesce a far effettuare tre passaggi in croce a gente come Paredes, Danilo, Bonucci, Vlahovic. E la Juve - senza la sua aggressività iniziale senza la quale forse sarebbe quattordicesima - non ha altre idee se non la confusione.
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