Idris, giornalista e tifoso juventino, è intervenuto ai microfoni de “Il Sogno Nel Cuore”, trasmissione in onda su 1 Station Radio ed ha parlato della sfida tra Juve e Napoli, ma anche di Lorenzo Insigne. Di seguito le sue dichiarazioni.
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Idris: “Del Piero era il mito di Insigne, ma se Lorenzo continua così, supera Alex”
Idris, giornalista e tifoso juventino, è intervenuto ai microfoni de “Il Sogno Nel Cuore”, trasmissione in onda su 1 Station Radio ed ha parlato della sfida tra Juve e Napoli, ma anche di Lorenzo Insigne. Di seguito le sue dichiarazioni....
Idris su Juve-Napoli e su Insigne
“Dybala ha lo stigma del campione, ma non lo è ancora. È un ragazzo che deve crescere, essere umile, e non dovrebbe subire le sentenze della stampa. Gli infortuni e il Covid hanno condizionato la sua stagione”.
Insigne da Juve?
“Lorenzo ha sempre stimato ed idolatrato Del Piero. Il suo sogno era diventare come lui, ma se continua così può superarlo. Il capitano del Napoli è un giocatore importantissimo in Italia, il suo posto in Nazionale è inamovibile. Ha la stoffa, forza e carattere per essere da Juventus. Peccato che non è tanto amato dalla sua tifoseria. Insigne è l’unico napoletano verace, è da rispettare. Dovrebbe essere un’eccellenza ed un motivo d’orgoglio. Questo senso di appartenenza dovrebbe essere la fonte fondamentale, perché è il motivo che ti porta a difendere a tutti i costi i tuoi colori. È l’unica bandiera in Italia. Bisognerebbe puntare sui giovani italiani e farli crescere, per me c’è bisogno di mettere un limite agli stranieri, altrimenti non vedremo spesso stelle come il ragazzo di Frattamaggiore e la Nazionale farà sempre fatica. A parità di valore, bisogna che i settori giovanili prediligano gli italiani”.
L’episodio di razzismo in Cadice-Valencia?
“Diakhaby del Valencia è stato apostrofato con un ‘negro di merda’ da Juan Torres Ruiz del Cadice, non ho timore a ripetere la frase. Sono stanco di parlare di razzismo. Perché offendere se si ha un colore diverso della pelle? È un problema planetario come questa pandemia. Grazie a Diakhaby, in realtà, successivamente hanno ripreso a giocare. Questo perché voleva che i suoi compagni rappresentassero i propri colori. Ironia della sorte, è stato anche ammonito dall’arbitro, mentre colui che si è macchiato della frase razzista è stato sostituito dal calciatore che ha segnato il gol vittoria. Ma qui ad intervenire non dovrebbe essere la FIFA, bensì l’ONU. Una volta Boateng lanciò questo messaggio proprio alle Nazioni Unitr. Bisognerebbe trovare dei metodi di giustizia: ad esempio, colpire alle tasche dei calciatori. Forse, solo in questo modo si potrebbe tenere sotto controllo la situazione”.
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