In questi giorni si è parlato molto della nascita della Superlega che ha portato a dure reazioni da parte della UEFA e della FIFA. Ma non solo, infatti ci sono numerose proteste da parte dei tifosi in particolare in Inghilterra ciò, insieme ai possibili provvedimenti contro i club partecipanti, diverse squadre hanno fatto un passo indietro. Ma la ferita lasciata da questo tentato golpe è ancora fresca per molti. Tra questi Rocco Commisso presidente della Fiorentina che attraverso i canali social della società ha detto la sua sulla Superlega.
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Fiorentina, il duro sfogo di Commisso: “La Superlega? I 12 club sono stati irrispettosi”
In questi giorni si è parlato molto della nascita della Superlega che ha portato a dure reazioni da parte della UEFA e della FIFA. Ma non solo, infatti ci sono numerose proteste da parte dei tifosi in particolare in Inghilterra ciò, insieme ai...
Fiorentina, il duro sfogo di Commisso contro la Superlega
Di seguito le parole del presidente della Fiorentina Commisso:
"Tutti mi chiedono di parlare di questo ma il discorso l'ho fatto quando ero ancora in America. Sono scappato dagli Stati Uniti perché mi piace il calcio com'è qui, con promozioni e retrocessioni. Non è giusto un sistema chiuso, serve meritocrazia, cosa che in America non esiste. Lì le squadre non vanno in fallimento come qui ma a questo devono pensare gli imprenditori".
Sul comportamento irrispettoso dei 12 club fondatori
"I 12 club fondatori sono stati irrispettosi? Assolutamente sì, sono venuto qui rispettando le regole e il sistema calcio europeo. Se le cose cambiano dopo due anni, dopo che ho investito tanti soldi, non va bene né a me né ai tifosi né alla Fiorentina".
Su ciò che non gli è piaciuto
"Ho fatto tanti progetti nelle mie aziende ma non è mai capitato che qualcosa naufragasse dopo 48 ore: niente è stato progettato nel modo giusto. Non capisco come sia possibile che non abbiano chiesto il parere dei tifosi. Poi, perché i club di Serie A non hanno interpellato gli altri? Siamo tutti soci della Lega Serie A. Juve, Inter e Milan sono le società più grandi in Italia, molto più di noi. Non gli bastano i soldi che prendono? Vogliono indebolire il sistema calcio in Europa?".
Sulla sua richiesta insieme ad altri club delle dimissioni di Del Pino
"Io, come Fiorentina, non voglio avere un altro socio in private equity, e forse sono uno dei pochi che ha trattato con questa gente. Il mio più grande successo con Mediacom è che ho rifiutato tanti soldi da esterni. Da 25 anni ho questa azienda e non penso che la soluzione sia far entrare i fondi di private equity, altrimenti il rischio è che siano loro a decidere sulla Serie A in futuro. Questo non va bene".
Su quale sia la situazione in Lega
"Mi hanno raccontato mio figlio e Joe Barone che l'ultima riunione è stata fatta con 3 ore di litigi e 10 minuti di discorsi seri sul business. Non ho tempo per queste cose".
Sulle possibili sanzioni per Juventus, Inter e Milan
"Dobbiamo avere la certezza che una cosa del genere non accada più. Siamo soci in Lega, sul campo siamo nemici ma fuori no".
Su ciò che il calcio europeo deve prendere dallo sport americano
" Il calcio europeo deve prendere esempio dallo sport americano? Sì, per prima cosa il Salary Cap. Non si può spendere così tanti soldi per gli stipendi e penso che questo farebbe comodo a tutti. Poi dobbiamo lavorare anche sulle commissioni ai procuratori: non per quello che prendono, non voglio offenderli assolutamente, ma deve esserci una percentuale fissa, in modo da non dover negoziare con gli agenti per portare a termine un affare".
Sulla posizione della FIFA in questa situazione
" La posizione della FIFA sulla Superlega è stata una sorpresa? Sì, è stata una sorpresa per me. Essendo un regolatore mondiale deve applicare le stesse regole per tutti. Non capisco come la FIFA possa dire una cosa in Europa e un'altra in America, da oggi devono essere applicate le stesse regole per tutti, in ogni continente del mondo".
Sul suo messaggio dopo questa situazione
"Io sono venuto in Italia perché mi piace questo calcio. Oggi sto soffrendo, nonostante abbia messo tanti soldi. Sono nato in Italia e voglio che il calcio italiano rimanga come l'ho vissuto da bambino".
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