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serie a

Sassuolo, Dionisi: “Spero il Napoli non sia al meglio. Osimhen immarcabile, su Raspadori…”

Giovanni Montuori

Le parole del tecnico dei neroverdi

Alessio Dionisi, tecnico del Sassuolo, ha parlato ai microfoni di Dazn soffermandosi su vari temi ma anche sul Napoli, prossimo avversario, e sui singoli a disposizione di Luciano Spalletti.

Sassuolo, Dionisi sul Napoli e sui singoli

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Le parole di Dionisi: "Non posso dire che siamo guariti ancora, il nostro obiettivo è avvicinarci alla parte sinistra della classifica. Quando un giovane fa bene parte, è quello che è successo quest'anno e non è facile sostituire tre giovani (il riferimento è a Scamacca, Raspadori e Traoré, ndr)".

Come si prepara una gara col Napoli? "È stimolante affrontarli, è un piacere vederli e allo stesso tempo ti auguri che non siano nella miglior condizione psico-fisica quando li incontri".

Cosa pensa di Osimhen? "In Serie A è un giocatore che fa la differenza, se difendi basso in area è quasi immarcabile, per noi è immarcabile. Se difendi alto attacca gli spazi, forse può crescere nello stretto".

Raspadori è un'alternativa a Osimhen o possono coesistere? "Dovreste chiederlo a Spalletti o alla dirigenza del Napoli, credo che se l'abbiano preso pensino di poterli fare coesistere. Io Raspadori l'avrei visto ancora bene a Sassuolo se devo dire la verità, però sono convinto che crescerà in quest'esperienza e ha già dimostrato di sapersi fare trovare pronto".

Come sta Berardi? "Domenica è uscito per infortunio, per noi perderlo è perdere tanto. Non sappiamo ancora, domani farò gli esami ecografici per capire l'entità dell'infortunio: siamo ottimisti, ma ancora non lo sappiamo".

Dove vuole arrivare Dionisi? "Sono ambizioso, è normale esserlo. Non essendo un calciatore con grandi trascorsi ho avuto un'escalation abbastanza rapida e spero di non fermarmi, se ci riuscirò grazie alla mia squadra, ai dirigenti".

Le piace il fuorigioco semi-automatico? "Troppa tecnologia non è bella secondo me, anche il fatto che a volte temporeggiano per capire se un calcio d'angolo c'è o non c'è. Li capisco, perché gli arbitri sono nell'occhio del ciclone, troppo: bisognerebbe parlarne un pochino meno, capire l'errore perché può capitare".