Alessio Dionisi, tecnico del Sassuolo, ha parlato ai microfoni di Dazn soffermandosi su vari temi ma anche sul Napoli, prossimo avversario, e sui singoli a disposizione di Luciano Spalletti.
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Sassuolo, Dionisi: “Spero il Napoli non sia al meglio. Osimhen immarcabile, su Raspadori…”
Sassuolo, Dionisi sul Napoli e sui singoli
Le parole di Dionisi: "Non posso dire che siamo guariti ancora, il nostro obiettivo è avvicinarci alla parte sinistra della classifica. Quando un giovane fa bene parte, è quello che è successo quest'anno e non è facile sostituire tre giovani (il riferimento è a Scamacca, Raspadori e Traoré, ndr)".
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Come si prepara una gara col Napoli? "È stimolante affrontarli, è un piacere vederli e allo stesso tempo ti auguri che non siano nella miglior condizione psico-fisica quando li incontri".
Cosa pensa di Osimhen? "In Serie A è un giocatore che fa la differenza, se difendi basso in area è quasi immarcabile, per noi è immarcabile. Se difendi alto attacca gli spazi, forse può crescere nello stretto".
Raspadori è un'alternativa a Osimhen o possono coesistere? "Dovreste chiederlo a Spalletti o alla dirigenza del Napoli, credo che se l'abbiano preso pensino di poterli fare coesistere. Io Raspadori l'avrei visto ancora bene a Sassuolo se devo dire la verità, però sono convinto che crescerà in quest'esperienza e ha già dimostrato di sapersi fare trovare pronto".
Come sta Berardi? "Domenica è uscito per infortunio, per noi perderlo è perdere tanto. Non sappiamo ancora, domani farò gli esami ecografici per capire l'entità dell'infortunio: siamo ottimisti, ma ancora non lo sappiamo".
Dove vuole arrivare Dionisi? "Sono ambizioso, è normale esserlo. Non essendo un calciatore con grandi trascorsi ho avuto un'escalation abbastanza rapida e spero di non fermarmi, se ci riuscirò grazie alla mia squadra, ai dirigenti".
Le piace il fuorigioco semi-automatico? "Troppa tecnologia non è bella secondo me, anche il fatto che a volte temporeggiano per capire se un calcio d'angolo c'è o non c'è. Li capisco, perché gli arbitri sono nell'occhio del ciclone, troppo: bisognerebbe parlarne un pochino meno, capire l'errore perché può capitare".
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