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serie a
Arthur e McKennie, Juventus (Getty Images)
In diretta a ‘Punto Nuovo Sport Show’, trasmissione in onda su Radio Punto Nuovo, è intervenuto Giovanni Di Perri, infettivologo e direttore del dipartimento malattie infettive dell'Università di Torino. Si è soffermato su quanto successo ai giovani calciatori della Juventus, che hanno organizzato un festino proibito in casa durante le norme pandemiche.
Di seguito le parole di Giovanni Di Perri, ai microfoni di Radio Punto Nuovo.
“Festa dei calciatori della Juve? Il loro non era un festino, era una cena tra ragazzi giovani con le fidanzate, che è comunque proibito. Sono professionisti di un certo livello pertanto il rammarico per la società potrebbe essere grande. Ha coinciso col fatto che, nelle stesse ore, la Nazionale tornava con 4 positivi nello staff oltre Bonucci. Ciò che è grave è che hanno perso col Benevento che è in lotta con la Fiorentina per non retrocedere.
C’è un elemento in più in questa fase della pandemia: la variante inglese che è più contagiosa. Le disposizioni del protocollo devono essere attuate ancora più in maniera minuziosa ed ortodossa perché questa terza ondata è caratterizzata da una maggiore contagiosità. Ognuno cerca di tutelare il proprio rendiconto, al di là di tutto c’è bisogno di maggiore attenzione anche nella vita quotidiana, negli allenamenti e nelle trasferte. Le società hanno l’impegno di controllare i tamponi e far rispettare la quarantena fino ai 14 giorni".
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