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serie a
(Photo by Alessandro Sabattini/Getty Images)
Quest'oggi, ai microfoni di SassuloChannel, è intervenuto Roberto De Zerbi per parlare della Superlega. Le parole del tecnico del Sassuolo sono state piuttosto pungenti e mostrano tutto il suo disaccordo nei confronti di questo nuovo campionato.
Di seguito le dichiarazioni di De Zerbi, mister del Sassuolo:
Sulla Superlega
"Sono molto toccato e arrabbiato di questa cosa a tal punto che ieri abbiamo parlato con la squadra per una mezz'ora. È giusto fermarsi come ogni tanto accadeva a scuola quando si fermava il programma. Sono molto arrabbiato perché domenica è stato fatto un colpo di stato! Questo episodio equivale un colpo di stato nel calcio, nei contenuti e nella modalità. Nei contenuti perché il calcio è di tutti ed è meritocratico. Nella modalità perché si poteva fare alla luce del sole, invece comunicati congiunti a mezzanotte, il sito nuovo, come se qualcuno dovesse porre le bandiere in un posto che aveva sottratto a qualcun altro.
È un comportamento che va a ledere un diritto che non è solo circoscritto al calcio, il diritto che il più debole possa farsi strada, come se non potesse sognare un futuro più bello di quello che dice la sua provenienza, come se un figlio di un operaio non possa sognare di fare il chirurgo, l'avvocato, il dottore. È una cosa che mi urta i nervi. È come se mi avessero detto, ai tempi dell'oratorio, il pallone è mio, l'ho portato io e gioco io. È finito il tempo dell'oratorio. Io credo che il calcio abbia un ruolo sociale diverso dagli altri sport, è così per l'Italia e l'Europa, giusto o non giusto che sia. Fare una SuperLega dove loro decidono chi deve entrare e decidono chi sta fuori, va a togliere l'essenza del calcio. Io sono partito quest'anno spingendo il sogno del quarto posto, del quinto, del sesto".
Forse io e la mia società siamo coglioni perché ancora sogniamo ma qualche risultato lo abbiamo fatto e qui si tratta di metterci la faccia. Se questo è il calcio moderno è una roba che non rispetta l'uomo prima del calciatore e del tifoso. Noi facciamo parte di un ambiente ricco, dove girano tanti soldi, e allora devono farsi delle domande loro. Non mi interessa se tutte queste squadre sono indebitate. Io sono orgoglioso di far parte del Sassuolo perché ragiona come ragiono io. A dicembre il Sassuolo è arrivato quarto sul campo mettendo in mezzo squadre anche più forti di noi. A gennaio avremmo potuto rinforzare la squadra. Io non ho fatto nemmeno mezza riunione di mercato con Carnevali, perché sapevo il momento che stavamo attraversando, non ho avuto mezza richiesta per rinforzare la squadra e l'abbiamo anche pagata questa scelta e se tutte queste squadre sono indebitate devono farsi delle domande di come hanno gestito le loro aziende.
Credo sia arrivato il momento anche di esporsi. Io domani non avrei piacere a giocare la partita perché il Milan fa parte di queste tre squadre e l'ho detto ai giocatori e a Carnevali. Se Carnevali mi obbligherà ad andare chiaramente ci vado. Ma sono rimasto male. Sono arrabbiato perché il calcio mi ha dato da mangiare per 40 anni e anche io al calcio ho dato tutto e non la metto come questione lavorativa, va oltre al lavoro e allo stipendio, ma proprio nella sfera dei valori, dei sentimenti, delle rivalità calcistiche italiane sulle quali si sono giocate tante partite, si sono scritte tante pagine".
Sulla gara con il Milan
"Ha fatto un campionato strepitoso. La partita d'andata l'avremmo potuta perdere lo stesso ma dà fastidio prendere quel gol dopo 6 secondi. È una cosa che ha bruciato per tanto tempo perché prepari la gara stando attenti a ogni tipo di dettaglio ma il Milan ha battuto tante squadre quest'anno, ci può stare la sconfitta. Spero che sia una partita nella quale se dovessimo subire gol sarà più per merito dell'avversario che per disattenzioni nostre".
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