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BERGAMO, ITALY - MARCH 03: ACF Fiorentina fans pay a tribute to Davide Astori, a football player of ACF Fiorentina found dead one year ago, during the Serie A match between Atalanta BC and ACF Fiorentina at Stadio Atleti Azzurri d'Italia on March 3, 2019 in Bergamo, Italy. (Photo by Emilio Andreoli/Getty Images)
Cosa significa davvero ricordare? Si tratta di un processo all'interno del quale la memoria svolge un ruolo principale e da essa emergono determinati eventi del passato. Platone, illustre filosofo dell'antichità, aveva elaborato un concetto relativo ai ricordi, denominato anamnesi. Si tratta di una procedura concatenata alla reminiscenza, che conduce l'uomo a riscoprire nel proprio intelletto i ricordi più celati.
D'altra parte, alcuni di essi, quelli più oscuri e dolenti, difficilmente sprofondano nel baratro, anzi, risvegliano spesso la memoria. Quale ricordo potrebbe restare a galla e non addentrarsi negli abissi dell'anamnesi? La scomparsa di Davide Astori, ex difensore di Fiorentina e Cagliari in Serie A, è una ferita ancora aperta, sebbene siano trascorsi ormai tre anni. Una ferita sempre aperta.
Fin dall'inizio, si è trattata di una notizia a cui chiunque fece fatica a credere, neppure un "pizzicotto" sarebbe stato d'aiuto. Non si trattava di nessun brutto sogno. Strazio e dolore hanno invaso i cuori delle differenti persone, cuori lacerati dalla sofferenza ed avvolti dalla crudezza. Non soltanto la figura del calciatore, ma lo stesso gesto di ripensare è fonte di amarezza e tormento.
Se si chiudono le palpebre degli occhi e ci si catapulta a quel maledetto giorno del 4 marzo del 2018, si origina nel profondo dell'animo un intenso senso di vuoto assoluto, il famoso horror vacui aristotelico.
Anche scrivere diviene ostico, ma è attraverso la tua memoria, caro Davide, che emergono vigore e temerarietà. Osare ricordarti è un atto intrepido e valoroso, oltre che pericoloso. È puro coraggio? O è addirittura insolenza? Ma non dedicarti nessuna parola, un lungo applauso o una semplice celebrazione, sarebbe inopportuno. Sarebbe inopportuno anche per la tua ammirevole carriera professionale; la Fiorentina ha anche ritirato la maglia numero 13, che eri solito indossare per il tuo apprezzamento nei confronti di Nesta. Sarebbe inammissibile non onorarti capitano.
È doloroso ipotizzare come durante una notte consueta un soffio rapido e beffardo abbia trascinato con sé la figura di Davide e tutto ciò che di più prezioso possedeva: la vita. In pochi attimi sfuggenti ed effimeri il capitano non c'era più.
Sono passati tre anni, ma sembra un episodio così recente. Probabilmente perché una tale notizia non è mai stata accettata e, in cuor nostro, Davide Astori non è mai andato via per davvero. Lassù, in Paradiso, veglia come un angelo custode. Il volto di ciascuna persona è rigato dalle lacrime, ogni parola è strozzata dalla sua memoria. Anche se in realtà non si allontanerà mai veramente. Egli, infatti, sarà sempre presente nelle parole di coloro che lo hanno conosciuto e che continuano a ricordarlo. Nel silenzio e nella tristezza, amalgamata all'ingiustizia, l'esempio di Davide regnerà in eterno. Il suo ricordo resterà indelebile nei nostri cuori.
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