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Criscitiello: “Allenamenti ad aprile e chiusura campionato entro il 30 giugno. Oltre non si può andare”

Sabrina Uccello

Il giornalista Michele Criscitiello in occasione del suo editoriale per TMW ha commentato la difficile situazione del calcio italiano a causa della pandemia da coronavirus. Di seguito alcuni passaggi chiave: “Allenamenti ad aprile e...

Il giornalista Michele Criscitiello in occasione del suo editoriale per TMW ha commentato la difficile situazione del calcio italiano a causa della pandemia da coronavirus. Di seguito alcuni passaggi chiave: "Allenamenti ad aprile e campionato a maggio e giugno. Oltre il 30 giugno non si può andare; scadenze dei contratti di calciatori e allenatori, scadono le garanzie e anche le assicurazioni. Se vogliamo chiudere anche la Champions e l'Europa League, mettiamoci in testa che non possiamo giocare 13 giornate (per alcuni) e 12 per tutti gli altri. Sono troppe. Serve un mini campionato dando molta valenza alla classifica attuale. Servono i play off e i play out. Quelle a centroclassifica non avranno nulla da chiedere anche se il campionato finisse oggi. Con tutto il rispetto di Parma, Sassuolo, Bologna, Cagliari e Fiorentina finire ora o finire a giugno non avrebbe senso. Zero. Cambierebbe una posizione in più? Amen. La Lega risarcirà economicamente questi club sul prossimo campionato per le partite non disputate".

Criscitiello su Serie B e C

"Stesso discorso in B e in C e anche la Lega Nazionale dilettanti deve pensare ad una soluzione di questo tipo. Cosimo Sibilia e Luigi Barbiero, in questa storia, ne sono usciti sin da subito meglio delle altre Leghe. Oggi da loro ci aspettiamo un'idea innovativa per giocare a maggio e giugno. E rendere i play off, per una volta, avvincenti e reali. Anche perché quasi tutte le prime dei gironi non hanno distacchi immensi. Ci sarebbe una soluzione per scontentarne 3 o 4 ma mettere d'accordo le altre 150 società italiane, compreso quelle che lottano per non retrocedere. Insomma, il prossimo Consiglio Federale sarà decisivo. Ogni Lega porterà la sua proposta per finire al meglio la stagione. Da qui capiremo, anche a livello politico, chi potrà cambiare davvero il nostro calcio con riforme serie e non con le chiacchiere da bar (chiusi per decreto, quindi non possibili da attuare)".