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serie a
(Getty Images)
Male se non malissimo la Juventus di questo inizio stagionale. Zero proposta di gioco, pochi clean sheets, pochissimi gol subiti, 10 tiri ogni mese verso lo specchio della porta. Se n'è accorto Allegri, se n'è accorto Agnelli e se n'è accorto l'ambiente, che ancora risente di quel "vincere ad ogni costo" che è più una condanna che un motto intelligente. Ad oggi i bianconeri hanno gli stessi punti dell'Empoli di Andreazzoli, simbolo di un nuovo bel gioco all'italiana che la Juventus non farà mai (a meno di un ingaggio di Guardiola o Bielsa ndr). Il DNA Juve forse costa caro se accostato al progresso del calcio e del mondo.
Giovanni Cobolli Gigli, ex presidente della Juventus, è intervenuto ai microfoni di 1 Football Club, su 1 Station Radio:
Sullo Scudetto della Juventus
“Non c’è alcuna possibilità di vincere lo Scudetto, quest’anno. Poche, invece, sono le chance di arrivare tra le prime quattro: per raggiungere questo obiettivo bisognerebbe iniziare a giocare in campionato come in Champions League, dove credo che ci sia qualche speranza in più di fare bene. Non vorrei esagerare parlando di senso di onnipotenza dopo i nove titoli vinti, ma è certo che ci sono varie componenti dirigenziali che sono estremamente sopravvalutate. Andrea Agnelli avrebbe avuto bisogno di dirigenti meno servili, in grado di portarlo a fare riflessioni e valutazioni".
Sui risultati
"I risultati non danno ragione ad Allegri, in particolare le ultime due partite. Abbiamo venduto Pjanic perché veniva accusato di giocare troppo in orizzontale, e lo abbiamo sostituito con Arthur che sabato ha fatto lo stesso, propiziando il gol degli avversari. Il brasiliano non vale i settanta milioni che è stato pagato, tant’è vero che questa operazione è finita nel mirino della Covisoc".
Sullo stile Juventus
"Nella Juve non c’è più il senso dello stile juventino, non c’è gente del calibro di Del Piero, Nedved è stato un pallone d’oro ed un campione di calcio, ma non ha le caratteristiche per fare il vicepresidente, non ha lo stile, non può stare in tribuna a fare lo scalmanato. Perché John Elkann non sostituisce Andrea Agnelli? Il primo ha il 40% del gruppo, il secondo il 10%: non si cambia per una questione di equilibri interni”.
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