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serie a
A Radio Marte, nel corso della trasmissione “Si Gonfia La Rete” di Raffaele Auriemma è intervenuto Enrico Castellacci, presidente del gruppo medici sportivi della Serie A ed ex storico medico sociale della Nazionale italiana.
“Di fronte alla salute delle persone non deve sembrare un'eresia sospendere un campionato o giocarlo a porte chiuse. Sembrava avessi detto qualcosa fuori dal mondo qualche giorno fa, ma in ballo c’è la salute dei cittadini e bisogna stare attenti. E' vero che il calcio è importante per noi italiani, ma è un'offesa all’intelligenza pensare che la gente non comprende quest'emergenza. Secondo me si deve prendere una decisione univoca, una volta per tutte".
"Il calcio è uno sport di contrasto. La distanza di sicurezza per il contagio dovrebbe essere di quasi 2 metri quindi irrealizzabile all’interno di una contesa calcistica. Tutti questi provvedimenti vengono fatti per la seria A, B e C, ma ricordiamoci anche delle competizioni amatoriali e dilettantistiche. Le direttive devono essere generalizzate a tutte le partite, anche a quelle che richiamano meno persone. Le norme di comportamento devono essere applicate a tutte. Anche se le gare sono a porte chiuse ci sono calciatori, magazzinieri, giornalisti, tecnici, addetti ai lavori... Ci saranno dei problemi anche andando all'estero.
Il lavoro dei club per monitorare lo stato di salute dei giocatori? I medici sociali sono allertati in tal senso. Io sono presidente nazionale dei medici del calcio. La Federazione medico-sportiva ha fatto bene ad emanare un decalogo di ciò che i calciatori possono fare per prevenire il contagio. Ognuno deve avere il proprio asciugamano, la propria bottiglietta con il nome, devono esserci disinfettanti in ogni parte dello spogliatoio".
"Fare il tampone ai calciatori? Il tampone permette di vedere se il calciatore è stato infettato e andrebbe fatto. Qualsiasi forma di precauzione è ben accolta. Ancora non siamo al picco dell'epidemia. Nutro qualche dubbio sul fatto che questa non sia già una pandemia. La ragione dello sport dovrebbe venir meno di fronte alla salute. Bloccare lo sport e il calcio fa specie, ma ammalarsi lo fa anche di più.
I miei ricordi del Gattuso calciatore in Nazionale? Sono innamorato di questo personaggio, è uno dei giocatori che più mi è rimasto nel cuore, ma anche lui è affezionato a me. E' un grande uomo, lo è davvero al di là del valore tecnico. Dice sempre quello che pensa, è un personaggio unico. Prima del mondiale in Germania ebbe una grossa lesione muscolare, che io scoprì per caso perché lui non voleva farlo sapere. Aveva una lesione grave, qualsiasi altro medico l'avrebbe lasciato a casa, ma con lui facemmo una scommessa anche con Lippi. Dissi a Marcello che se c'era un calciatore che si poteva recuperare con un tale infortunio quello era Rino. Il lavoro che ha fatto questo ragazzo è incredibile. Ha una volontà di ferro. Qualsiasi allenatore avrebbe voluto avere Rino in squadra. Lui ha saltato una sola partita e poi ha giocato tutte le gare del mondiale. Incredibile. Questa stessa grinta la trasmette adesso da allenatore. Gli auguro ogni bene nel suo percorso a Napoli".
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