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Caso plusvalenze, le motivazioni della sentenza della Procura federale
Da qualche giorno è stata ufficializzata la decisione della Procura federale sul caso plusvalenze. Cadono tutte le accuse contro le 11 società e i 59 dirigenti coinvolti. La valutazione di un calciatore non è un valore oggettivo. Il mercato delle varie società è a mercato libero. Pertanto tali operazioni di mercato non possono dichiararsi illecite. La Procura ha reso noto le motivazioni di tale decisione attraverso un documento firmato dal presidente Sica.
Di seguito il documento firmato dal presidente Carlo Sica sul caso plusvalenze:
"Il metodo di valutazione adottato dalla Procura federalepuò essere ritenuto “un” metodo di valutazione, ma non “il” metodo di valutazione (...). Il Tribunale ritiene che non esista o sia concretamente irrealizzabile “il” metodo di valutazione del valore del corrispettivo di cessione/acquisizione delle prestazioni sportive di un calciatore. Tale valore è dato e nasce in un libero mercato, peraltro caratterizzato dalla necessità della contemporanea concorde volontà delle due società e del calciatore interessato. Non è un caso che nella stessa Relazione dell’attività inquirente si faccia riferimento alla difficoltà di individuazione del fair value (...).
Il valore di mercato di un diritto alle prestazioni di un calciatore rappresenta il valore pagato dalla società acquirente al termine di una contrattazione libera, reale ed effettiva di quel diritto sul mercato di riferimento. Il libero mercato non può essere guidato da un metodo valutativoche individui e determini il giusto valore di ogni singola cessione (...). Una volta ritenuto non utilizzabile il metodo di valutazione posto dalla Procura Federale a fondamento del deferimento e in assenza di una disposizione generale regolatrice, consegue che le cessioni oggetto del deferimento stesso non possono costituire illecito disciplinare".
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