E allora gli rispondo per punti:
1) Ho sempre detto e fatto tutto per i fatti miei, nel bene e nel male. Può crederci oppure no e gli può piacere oppure no, ma è un suo problema, non certo mio.
2) Sottoscrivo ogni singola parola: credo che Conte abbia detto quello che ha detto non “per il bene del calcio”, ma per il suo.
3) Peggio di un soldatino, o presunto tale, c’è il direttore di un quotidiano costretto a parlare di tutto tranne che di calcio per grattare la panza al suo pubblico di riferimento.
4) …E che tra l’altro non ha nemmeno il coraggio di fare nomi e cognomi (dove siamo, all’asilo diretto’?).
Morale: “Ivan Zazzaroni, quattrooooo!”. Con la paletta. Fine della questione personale”.
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