Andrea Agnelli ha partecipato oggi all'assemblea degli azionisti della Juventus in cui si è congedato dal ruolo di presidente. Insieme a lui ha salutato anche Pavel Nedved, coinvolto allo stesso modo nell'inchiesta Prisma.
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L’ultima conferenza di Agnelli: “I bilanci? Abbiamo sempre cercato di dare il meglio”
L'addio di Agnelli
“Avendo chiuso una parte cosi importante della mia vita, la mia volontà è quella di voltare pagina. Farò quindi un passo indietro con le assemblee delle società quotate, d’accordo con John Elkann con cui il rapporto resta solidissimo. È stata una mia richiesta, in modo da poter affrontare il futuro in maniera libera e forte, con la libertà di pensiero che altrimenti non avrei”.
Sull'addio alla Juventus
—“Oggi si chiude un capitolo della storia della Juventus, mio e di Pavel (Nedved, ndr) che facciamo fatica a leggere e rileggere. Il mio lavoro è sempre stato quello di cercare di comprendere il contesto per indirizzare le operazioni della società”.
Sul calcio attuale
—“Non è semplicemente un gol non dato ma un settore che fa parte dell’industria dell’intrattenimento, che vale 750 miliardi e comprende gaming, sport, musica, musei, teatri. Basti pensare all’interesse degli investitori istituzionali e delle transazioni che stanno riguardando diversi top club. Abbiamo contenuti che sono strategici, fan base globali ma non c’è la giusta risposta dei nostri regolatori che non si sono evoluti e non colgono la differenza tra gioco e industria”.
Sull'attività da presidente dell’Eca e nell’esecutivo Uefa
—“Di fronte all’insostenibilità del sistema, alla polarizzazione tra club e leghe, alla disaffezione dei tifosi, la nostra proposta congiunta Uefa-Eca della primavera 2019 era la creazione di un ecosistema europeo aperto a tutti che creasse promozioni e retrocessioni, aumentasse la stabilità”.
Sulla Superlega
—“Se io personalmente avessi voluto mantenere una posizione privilegiata, non avrei preso le decisioni prese nell’aprile 2021. Credo tuttora che il calcio europeo abbia bisogno di riforme strutturali, altrimenti ci sarà una decrescita a favore di una sola lega dominante, la Premier League”.
Su un possibile intervento della Corte di giustizia europea
—“I regolatori attuali non hanno alcuna voglia di affrontare i problemi, vogliono mantenere le loro posizioni di privilegio. Spero che la Corte riconosca lo sport professionistico come un’industria. Si invoca la specificità dello sport, ma all’interno della Ue il fatturato del calcio è di 55 miliardi con 700 mila persone occupate”.
Sulla Juventus Next Gen
—“Lo sviluppo immobiliare, con investimenti diretti e indiretti per 400 milioni; la creazione del nostro logo che ci pone in una nuova dimensione; la Next Gen che sta dando i suoi frutti. Possiamo avere il 50-60% di giocatori del vivaio in prima squadra nell’arco di 5-8 anni, con evidente risparmio sui costi mantenendo alta la competitività”.
Sulle inchieste
—“È evidente che non potessimo avere una competenza profondissima su ciascuna linea di business. Abbiamo cercato di dare il meglio sempre e in ogni ambito”.
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