Agave: “Osimhen perfetto per Spalletti. Giuntoli? Nuove prospettive per il futuro”

Claudio Agave, giornalista, è intervenuto ai microfoni di Tutti al VAR su SportItalia, dove si è espresso sul Napoli, circa il futuro del ds Giuntoli, accostato alla Juve. Ecco quanto, delle sue parole, è stato evidenziato da CalcioNapoli1926.it.

Agave: "Osimhen esploso sotto la guida di Spalletti"

Di seguito le dichiarazioni del giornalista: "Osimhen esploso definitivamente sotto la guida di Luciano Spalletti: è il giocatore di cui aveva bisogno il tecnico per il suo sistema o andava semplicemente aspettato? "Una meravigliosa unione delle due cose. Quando giunto in azzurro, Osimhen era un progetto di calciatore, tormentato anche da una condotta non propriamente da giocatore maturo. È stato sfortunato per gran parte della sua avventura partenopea, ma quest’anno ha potuto ritrovare linfa vitale. Spalletti ha saputo, inoltre, confermarsi allenatore che valorizza i propri nove. È un calciatore perfetto per il sistema Spallettiano. Tuttavia, non so quanto sarebbe stato funzionale nel sistema Sarriano". Discorso di Giuntoli che lascia intendere un addio imminente? "Sembravano delle parole di commiato. Credo che dopo otto anni in azzurro, e dopo l’obiettivo straordinario del tricolore, sia comprensibile una riflessione da parte del dirigente. È giusto che Giuntoli guardi anche a prospettive nuove per il suo futuro". Napoli città dalla passione travolgente… "Noi napoletani diamo per scontata questa città. Chi arriva in città, magari anche con un po’ di pregiudizio, si vede travolto dall’amore di Napoli. Noi giornalisti vediamo tutto quanto accaduto negli ultimi giorni e ci commuoviamo, non oso immaginare cosa possa provare chi non è nato in questa città. Faccio un solo esempio: Politano – romano e romanista – sembrava un capo ultras del Napoli. È una cosa meravigliosa vedere Politano con i capelli tinti d’azzurro". Scudetto davvero conquistato con la complicità delle inseguitrici? "Dal secondo al settimo posto, le squadre con meno punti rispetto alla passata stagione sono soltanto due. Direi, dunque, che sia il caso di smetterla di dire che il successo degli azzurri sia frutto del demerito avversario".