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Kvaratskhelia, dribbling e movimenti alla contiana maniera: l’analisi

Enrico Esposito
L'accurato ritratto condiviso da Il Mattino

L'edizione odierna de Il Mattino dedica sulle proprie colonne un ritratto accurato di uno dei grandi protagonisti del successo del Napoli sul Bologna di ieri, quel Khvicha Kvaratskhelia novello papà e già alfiere della rivoluzione contiana.

Il trionfo di Kvaratskhelia

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"È tornato Kvara il selvaggio. Una palombella per Giovanni Di Lorenzo che diventa una apertura di dialogo per segnare e fare pace con Napoli, e poi un gol da vecchio dribblomaniaco seppure deviato da Sam Beukema. Ma quello che conta è il prima e il come, in entrambi i gesti di Kvaratskhelia. Nell’azione del passaggio a Di Lorenzo si intravede il contismo, accelerato dall’apertura del georgiano che a Verona era stato il vero assente. E poi nel secondo gol si rivede il dinamismo dell’attaccante che prende il pallone e costruisce il gol andando in porta, zero schemi, solo movimenti dei compagni che accompagnano le finte e i tocchi in dribbling. Nella settimana che la serie A piangeva per la partenza di Dybala, il selvaggio Kvara dice che è lui il vero attore del dribbling, il calciatore incapace di cedere alla triangolazione, quello che ha un bisogno fisico di fare tunnel agli avversari e sterzare e deviare e strappare. Kvara c’è e si vede. A Verona aveva accusato un giramento di testa, a Napoli ha fatto girare la testa agli avversari, con una mobilità da prima stagione, e un andare sicuro, incurante dei pozzi passati, del buio, delle ombre, libero, e contiano. È andato sempre in avanti strappando e superando l’uomo, con l’esterno, con l’interno, col sinistro e col destro, mostrando tutto il catalogo. E il Napoli – ancora arrugginito – è cresciuto con i suoi al lunghi e i suoi slalom, ritrovando un entusiasmo che mancava da molto, troppo, tempo al “Maradona”. E il meglio deve ancora arrivare, perché Kvara dribblava e tutti dietro al sudore pensavano alle possibilità che ci saranno quando a corrergli di fianco e davanti ci sarà Romelu Lukaku e non Jack Raspadori che comunque ha finalmente tirato fuori una partita da protagonista. Serviva uno Kvara che inventa passaggi zidaneschi come quello per Di Lorenzo e poi il ritorno del calciatore selvaggio che da centrocampo zigzagando arriva al limite dell’area di rigore e tira, trovando finalmente il gol. La sua nuova vita nel vestito contiano è una vita da protagonista con una sicurezza che gli mancava. Conrad direbbe che ha dribblato anche la linea d’ombra – nella vita e in campo, è appena diventato padre – e lo ha fatto tornando ad oscillare meronianamente con divertimento e sapienza. Questo Kvaratskhelia – agilità e bellezza in movimento - garantisce al Napoli una uscita palla al piede che è sempre velenosa, questo Kvaratskhelia che da fermo fa cadere palloni in area con una precisione euclidea è quello che serve ai braccetti contiani per andare in gol e garantire alle partite l’aggiunta che non si era vista. I suoi passaggi e i suoi gol dovevano essere la base di questa ricostruzione, Conte lo sapeva e per questo ha insistito per farlo rimanere. Il resto è scorie. Il presente, invece, è un dribblare costante e sinuoso per il campo, con una centralità nel gioco che lascia immaginare – col crescere del ritmo e con le aggiunte del mercato – un Napoli diverso, combattivo e soprattutto fantasioso, di cui Kvara è il battito. Da suggeritore a protagonista, da eversore a palleggiatore tutta la grammatica della squadra passa dai suoi piedi che, per fortuna, sono tornati a disegnare parabole e insidie, sberleffi tra le cosce degli avversari e carezze al pallone. È quello che porta la strada nel campo, e il campo nella strada, salvando le partite dalla noia. Scompone e ricompone e questa volta ha svilito le linee di Vincenzo Italiano aprendo scorci brasiliani tra le gallerie dell’appennino bolognese. Notte italiana: Kvara in fuga, c’è qualcosa di nuovo oggi in attacco, il pallone danza".