L'edizione odierna de Il Mattino dedica sulle proprie colonne un ritratto accurato di uno dei grandi protagonisti del successo del Napoli sul Bologna di ieri, quel Khvicha Kvaratskhelia novello papà e già alfiere della rivoluzione contiana.
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Kvaratskhelia, dribbling e movimenti alla contiana maniera: l’analisi
Il trionfo di Kvaratskhelia
—"È tornato Kvara il selvaggio. Una palombella per Giovanni Di Lorenzo che diventa una apertura di dialogo per segnare e fare pace con Napoli, e poi un gol da vecchio dribblomaniaco seppure deviato da Sam Beukema. Ma quello che conta è il prima e il come, in entrambi i gesti di Kvaratskhelia. Nell’azione del passaggio a Di Lorenzo si intravede il contismo, accelerato dall’apertura del georgiano che a Verona era stato il vero assente. E poi nel secondo gol si rivede il dinamismo dell’attaccante che prende il pallone e costruisce il gol andando in porta, zero schemi, solo movimenti dei compagni che accompagnano le finte e i tocchi in dribbling. Nella settimana che la serie A piangeva per la partenza di Dybala, il selvaggio Kvara dice che è lui il vero attore del dribbling, il calciatore incapace di cedere alla triangolazione, quello che ha un bisogno fisico di fare tunnel agli avversari e sterzare e deviare e strappare. Kvara c’è e si vede. A Verona aveva accusato un giramento di testa, a Napoli ha fatto girare la testa agli avversari, con una mobilità da prima stagione, e un andare sicuro, incurante dei pozzi passati, del buio, delle ombre, libero, e contiano. È andato sempre in avanti strappando e superando l’uomo, con l’esterno, con l’interno, col sinistro e col destro, mostrando tutto il catalogo. E il Napoli – ancora arrugginito – è cresciuto con i suoi al lunghi e i suoi slalom, ritrovando un entusiasmo che mancava da molto, troppo, tempo al “Maradona”. E il meglio deve ancora arrivare, perché Kvara dribblava e tutti dietro al sudore pensavano alle possibilità che ci saranno quando a corrergli di fianco e davanti ci sarà Romelu Lukaku e non Jack Raspadori che comunque ha finalmente tirato fuori una partita da protagonista. Serviva uno Kvara che inventa passaggi zidaneschi come quello per Di Lorenzo e poi il ritorno del calciatore selvaggio che da centrocampo zigzagando arriva al limite dell’area di rigore e tira, trovando finalmente il gol. La sua nuova vita nel vestito contiano è una vita da protagonista con una sicurezza che gli mancava. Conrad direbbe che ha dribblato anche la linea d’ombra – nella vita e in campo, è appena diventato padre – e lo ha fatto tornando ad oscillare meronianamente con divertimento e sapienza. Questo Kvaratskhelia – agilità e bellezza in movimento - garantisce al Napoli una uscita palla al piede che è sempre velenosa, questo Kvaratskhelia che da fermo fa cadere palloni in area con una precisione euclidea è quello che serve ai braccetti contiani per andare in gol e garantire alle partite l’aggiunta che non si era vista. I suoi passaggi e i suoi gol dovevano essere la base di questa ricostruzione, Conte lo sapeva e per questo ha insistito per farlo rimanere. Il resto è scorie. Il presente, invece, è un dribblare costante e sinuoso per il campo, con una centralità nel gioco che lascia immaginare – col crescere del ritmo e con le aggiunte del mercato – un Napoli diverso, combattivo e soprattutto fantasioso, di cui Kvara è il battito. Da suggeritore a protagonista, da eversore a palleggiatore tutta la grammatica della squadra passa dai suoi piedi che, per fortuna, sono tornati a disegnare parabole e insidie, sberleffi tra le cosce degli avversari e carezze al pallone. È quello che porta la strada nel campo, e il campo nella strada, salvando le partite dalla noia. Scompone e ricompone e questa volta ha svilito le linee di Vincenzo Italiano aprendo scorci brasiliani tra le gallerie dell’appennino bolognese. Notte italiana: Kvara in fuga, c’è qualcosa di nuovo oggi in attacco, il pallone danza".
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