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Bertoni: “Messi come Maradona? Nulla di nuovo, la sua leadership è sempre esistita”

bertoni napoli
Le parole del calciatore argentino

Giovanni Montuori

Daniel Bertoni, ex calciatore del Napoli e dell'Argentina, è intervenuto ai microfoni della Gazzetta dello Sport ed ha parlato di Messi e del paragone Maradona e della sua nazionale.

Bertoni sull'Argentina e sul paragone Messi-Maradona

Messi
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Le parole di Bertoni: "Sentiamo qualcosa di speciale nell’aria qatariota...penso che lo si capisca anche vedendo giocare da fuori la Selección. C’è un entusiasmo cresciuto un po’ alla volta attorno a tutta la squadra, non soltanto Messi: crediamo tutti che possa essere la volta buona, ma guai a pensare che sia fatta. C’è ancora moltissimo da fare, la Croazia è dura e molto organizzata".

Ci sono dei punti di contatto tra questa Argentina e la sua del 1978? "Direi che sono due squadre intense, unite, in missione. Certo, se ripenso ai compagni con cui ho condiviso quell’esperienza, vedo una qualità incredibile: Kempes era il punto di riferimento, ma c’era gente come Passarella, Fillol, Ardiles e pure Bertoni... Ma anche qua Scaloni ha creato un gruppo magnifico, di talento e combattimento, con Messi ovviamente alla testa".

Ma non è che contro l’Olanda si è ecceduto in questo... combattimento? "Troppa tensione, ma la colpa non è dei nostri giocatori né degli olandesi, ma solo dell’arbitro che non ha gestito le situazioni più delicate. Non ho mai visto un calciatore andare a battere un rigore inseguito dai rivali. Non ce l’ho con Dumfries o con chicchessia: il problema è stato l’arbitro".

Messi poteva risparmiarsi di andare a zittire Van Gaal in quel modo? "Certe dichiarazioni fatte dagli allenatori prima dalla partita non devono essere prese alla lettera, servono per creare condizioni psicologiche particolari, per avere qualche vantaggio poi in partita. Non penso Messi sia stato irrispettoso, e non lo vedo nervoso. Piuttosto è davvero concentrato nel guidare questo gruppo, speriamo verso la gloria".

A proposito, molti vedono un nuovo Messi, con una leadership spirituale quasi alla Maradona. "La leadership di Leo è sempre esistita, ben chiara dal punto di vista tecnico e nel riconoscimento che gli danno i compagni, i tifosi e pure gli avversari. Non ci vedo niente di nuovo. Dico solo che è un piacere vederlo così felice, che poi è la felicità di tutto un popolo, passato dalla paura all’esaltazione. Ma quello spavento è stato decisivo...".

Si riferisce alla prima partita?"Sì, perdere contro l’Arabia Saudita è stato perfino positivo, ha costretto tutti a non avere più alternative e a tenere gli occhi ben aperti. Questa Argentina semifinalista è nata lì, nello shock del debutto".

Il rigore contro l’Olanda restituisce un Lautaro diverso in vista della semifinale? "Quel pallone pesava tantissimo e lui ha mostrato carattere. È un goleador nato, vive di reti: a volte la palla non entra, ma poi quando salta il tappo tutto viene da sé... Spero che anche stavolta sia così. Sarà utile, anche se la presenza di Julian Alvarez è importante proprio per il modo di giocare della squadra. Qualcuno ha detto, che per il modo di muoversi su tutto il fronte, Julian è “il Bertoni del 2022”: la definizione mi piace".

Parliamo dei rivali: stupito della Croazia? "Ha grandi individualità, soprattutto a centrocampo, e un vero spirito di gruppo: non si arriva per caso alla finale di un Mondiale e quattro anni dopo a una semifinale. Nel calcio la cosa più importante è la fiducia e i croati ne hanno tanta".

Sia sincero, meglio incontrare il Marocco di questa super Francia in una finale? "La Francia è una squadra fortissima, con tante soluzioni, che ha superato uno scoglio complicato: non era facile battere questa Inghilterra, una delle formazioni più interessanti viste in Qatar. Ma non va sottovalutato il Marocco perché non è un progetto che nasce ieri: ha tanti giocatori di livello sparsi per l’Europa e quella famosa fiducia è alle stelle. Ovviamente sono felice per Amrabat, che gioca nella “mia” Fiorentina. Si è messo in mostra davanti a tutto il mondo: è bravo a rubare palla e pure ad inserirsi, avrà molte richieste".