L'olandese rappresenta il futuro del ruolo di centravanti. Altro che 'falso nueve', più un 'falso diez'
Dopo l'addio di Marko Arnautovic, il Bologna ha iniziato a godersi il talento di Joshua Zirkzee: anzi, a dire il vero un pò tutti hanno iniziato ad innamorarsi delle qualità dell'ex Bayern Monaco. Molti lo ricorderanno per un errore a porta vuota in amichevole con la maglia dei bavaresi, ma l'olandese è molto di più. In questa stagione è il talento più intrigante del campionato. E la giocata di tacco, repostata dai profili ufficiali della Serie A, è solo il manifesto dei progressi realizzati dal '01. Inventa, crea, finalizza: le azioni offensive dei felsinei passano tutte dai suoi piedi. Come una dogana. E lo fa con una naturalezza fuori dal comune. L'esperienza al Parma aveva detto tutt'altro, ma quanto creato in Belgio (in forza all'Anderlecht) ha evidenziato l'enorme bagaglio qualitativo a disposizione di Joshua.
Il Bayern Monaco e Ronaldinho come idolo
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In una difesa in affanno come quella del Napoli, Joshua potrebbe far valere le sue qualità di palleggio spalle alla porta: forse uno dei migliori in Italia nel proporre questo tipo di uscita offensiva. Di fianco alla definizione della parola 'multi tasking' si potrebbe inserire anche il suo nome. Prima crea da regista offensivo, poi finalizza da terminale: è sì il play maker, ma anche il centravanti di Thiago Motta. Calciatore moderno? Lo puoi servire sul lungo o sul corto fa poca differenza. Sorprendono le sue qualità di intendere il gioco: 2001, ma gioca da veterano. Effetto 'lavatrice' dicono nel calcio: in un'azione dalle mille difficoltà, ti pulisce il gioco e ti fa viaggiare. Mourinho sintetizzerebbe tutto in una frase: "Quando gli passi il pallone, ti torna tondo e non quadrato". E poi con gli azzurri ha un conto aperto: segnò la rete del vantaggio al Maradona contro il Napoli di Spalletti, partita che venne poi ripresa e vinta dai partenopei.
Le scelte di Rudi Garcia sulla coppia difensiva possono essere viste anche in questo senso e dai grattacapi che potrebbero derivare dalla posizione del giovane attaccante. Juan Jesus potrebbe andare in difficoltà nel lungo, meno, invece, Ostigard e Natan. Servirà una marcatura alla Gasperini: magari seguirlo fin dentro gli spogliatoi. Come dicevamo prima: la sua più grande qualità sta nel mezzo quando cuce il gioco e poi lo rifinisce. Guardare per credere gli ultimi 20' di Bologna-Napoli della passata stagione e la sfida ribaltata quasi da solo del centravanti dei Paesi Bassi.
Un anno di apprendistato come ombra di Arnautovic e poi il Bologna sulle proprie spalle. Spalle larghe. Larghissime. Suona il Napoli-Alert per Garcia&Co. Guai a sottovalutare il ragazzo con la nove, con i rasta e l'idolo Dinho.