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Zielinski non pensa a matare l'avversario, la sensazione è che per lui impallinare i rivali sia un fatto troppo volgare. Il suo gioco, proprio come un quadro di Piet Mondrian, è "espressione dell'universale".
E no, caro Piotr. Non funziona così... la bellezza non ha ragion d'esistere senza una giusta dose di cattiveria. In Verona-Napoli, il polacco disegna calcio, soprattutto nella prima mezz’ora. All’8′ e al 13′ si registrano due “giochi di prestigio” (beninteso, funzionali allo sviluppo della manovra) che potrebbero valere da soli il prezzo del biglietto. Peccato che i tifosi non siano ammessi sugli spalti. Dopo l’1-0 del Chucky, poteva certamente far meglio. Il centrocampista ha la possibilità di involarsi verso Silvestri ma si fa mordere le caviglie dal marcatore diretto. Purtroppo se non "ammazzi" (sportivamente) l'avversario la bellezza è puro onanismo.
E così, invece di freddare il portiere con un tiro dei suoi (sì, sappiamo che ne è capace) tenta un improvvido dribbling che rallenta il contropiede. Quel gol mancato sarebbe valso il 2-0. Nel secondo tempo, quando c'è da prendere per mano la squadra, sparisce. Desaparecido, anzi... "poeta maledetto".
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