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Un malcostume tutto italiano: credere che le istituzioni siano a servizio dei ‘potenti’. L’ASL di Torino mette il sigillo sul trionfo del Napoli!

Aurelio De Laurentiis e Mattia Grassani

Quelli bravi dicevano che il protocollo anti-Covid avrebbe garantito la piena regolarità della Serie A, eppure oggi – sia messo “a verbale” – che anche senza il coefficiente di positivi pretesi dall’accordo di inizio...

Giovanni Ibello

Quelli bravi dicevano che il protocollo anti-Covid avrebbe garantito la piena regolarità della Serie A, eppure oggi - sia messo "a verbale" - che anche senza il coefficiente di positivi pretesi dall’accordo di inizio torneo, Torino-Sassuolo è stata rinviata per l’intercessione dell’ASL piemontese. Pare inoltre che pure il successivo match con la Lazio sia a fortissimo rischio!

Torino steso dal Covid

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L’azienda sanitaria locale, al pari di quella partenopea, ha agito per tutelare un diritto fondamentale: la salute dei cittadini, un bene certamente prioritario rispetto al campionato di calcio. E anche se può sembrare vagamente retorico, è giusto mettere qualche puntino sulle i. Credere che le istituzioni di diritto pubblico siano al servizio dei “presunti potenti” (qualche giornalista ridacchiava in merito all’amicizia tra il governatore De Luca e Aurelio De Laurentiis) è un malcostume tutto italiano.

Sarebbe bello conoscere le opinioni di Mastrandrea e Sandulli, i due giudici federali che nei loro dispositivi hanno ferocemente randellato il Napoli. Due provvedimenti a dir poco ingenerosi visto l'esito della vicenda. A loro dire - e qui si fa esplicito riferimento alla sentenza Sandulli - il club caro al presidente De Laurentiis, avrebbe preordinato la volontà di non giocare a Torino contro la corazzata Juventus. Un gesto puramente antisportivo. La sentenza del collegio di Garanzia ha poi fatto da apripista e oggi, con questa decisione che mette il sigillo sull’intera vicenda, nessuno si indigna per l’elusione di quel protocollo che fino a poche settimane fa sembrava custodire l'ultimo segreto di Fatima.

L'attualità della partita non giocata tra Juventus e Napoli

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Nessuno, in tv o sul web, si produce in battutine sulle manie di protagonismo dell’ASL di Torino. Certo, qualcuno può legittimamente osservare che i granata sono subissati di positivi mentre il Napoli, all’epoca dei fatti, era fermo a due. Il discorso però non tiene conto di un aspetto che per quanto aleatorio non poteva essere ignorato dai dirigenti sanitari (che a differenza di tanti scribacchini sono dei professionisti e conoscono i meccanismi di diffusione e incubazione del virus). I partenopei avevano appena incrociato il “cluster” Genoa, una compagine che il 28 settembre contava ben 14 positivi.

Pertanto era lecito ipotizzare un contagio a tappeto che avrebbe coinvolto prima il Napoli e poi, di conseguenza, la Juventus. Le due situazioni sono, in qualche misura, più vicine di quanto non sembrino. Peccato che il Napoli sia stato umiliato dalla cronaca, sportiva e non. La vicenda del Torino, dopo la sentenza del Collegio di Garanzia, restituisce piena dignità all'operato di un club che al netto di tutte le difficoltà e le "inibizioni" che sta vivendo in questo periodo, è sempre stato ligio alle regole. Nel dramma del contagio, oggi si chiude un cerchio e a nostro parere era giusto segnalarlo. L'ASL di Torino mette il sigillo al trionfo del Napoli.

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