Top&Flop | La giornata 38 del campionato di Serie A 2020/21 si è chiusa ieri sera con i match validi per la qualificazione alla Champions. Tanti ancora una volta sono stati gli spunti offerti dalle 10 gare: la redazione di Calcionapoli1926.it, dopo un’analisi accurata degli eventi delle gare della giornata, propone per l'ultima volta in questa stagione la nota rubrica a cadenza settimanale sugli eventi Top e Flop del turno appena trascorso.
rubriche
TOP&FLOP 38ª giornata: Kessié vale la Champions, il Napoli crolla. Gattuso via… in silenzio
Top&Flop | La giornata 38 del campionato di Serie A 2020/21 si è chiusa ieri sera con i match validi per la qualificazione alla Champions. Tanti ancora una volta sono stati gli spunti offerti dalle 10 gare: la redazione...
TOP&FLOP – 38ª giornata
TOP
KESSIÉ: L'uomo della Champions è anche l'uomo del campionato del Milan. Straordinario per tutta l'annata, l'ivoriano ha deciso la gara di Bergamo grazie al suo fondamentale preferito: il calcio di rigore. Due volte spiazzato Gollini e secondo posto meritato a 79 punti. Nessuno in Serie A in mezzo al campo ha deciso le partite in attacco e in difesa come lui.
PIRLO: Grande risultato per la Juventus nonostante le tantissime difficoltà trovate nel percorso in questa stagione. Finalmente, però, l'allenatore ha trovato la svolta: togliere Ronaldo. Senza di lui è grande Juve (nonostante i 29 gol in campionato del portoghese ed il fatto che sia il secondo giocatore migliore al mondo ndr). Pronti-via e Chiesa porta in vantaggio i bianconeri, che arrivano poi al raddoppio con Morata dopo pochi minuti. Ma è il gioco ad essere più fluido, le idee ad essere meno condizionate. È la personalità - ed oggi si può dire a gran voce - che ha fatto la differenza. E Pirlo ne ha avuta.
ERIKSEN: Christian Eriksen ha giocato in modo eccezionale la seconda parte di questa stagione in Serie A, "aiutato" anche dall'inserimento graduale (troppo?) di Antonio Conte. Da lui sono partite però le giocate più qualitative degli ultimi 30 metri dell'Inter, specie quando Lukaku era in giornate un po' opache. La punizione contro l'Udinese ricorda un po' quella contro il Milan (inizio del suo percorso ascendente) in Coppa Italia, a coronare un percorso che vale molti dei 50 punti dei nerazzurri nel girone di ritorno.
(Getty Images)
FLOP
NAPOLI: Indegna figura degli uomini (ora non più) di Gattuso dinanzi al silenzio del San Paolo. Lo stesso silenzio che da mesi intercorre tra De Laurentiis e Gattuso e tra Gattuso e i tifosi. Il presidente azzurro ha scoperto la nuova frontiera dell'esonero: quello su Twitter. Il post è arrivato preciso e sicuro al termine della gara, come se non si attendesse altro. Ci si aspettava di più da una squadra (fortissima) e da una società solida come quella partenopea. Più serietà in certe circostanze, più fermezza in certe scelte. E i giocatori: sempre gli stessi limiti inenarrabili e inspiegabili, sempre gambe che tremano. Ma qui ci vuole anche un buon allenatore, che ha mostrato in quest'annata di avere ottimi princìpi tattici e tecnici e una buona capacità di trasmetterli (aiutato anche dal suo staff). Ma nella vita, non solo nel calcio si vince con intelligenza e carattere. La tensione di Rino è passata ai giocatori, e tutta Napoli è rimasta immobile. Menomale che è finita.
JURIC: Nonostante la grande prestazione al Maradona, Ivan Juric si è sfogato in modo del tutto immotivato ai danni di un giornalista di Sky Sport, ritenendosi accusato di essersi "impegnato" a vincere solo contro il Napoli. In realtà, la domanda del collega Ugolini era tutt'altra, ma non c'è peggior sordo di chi (è nervoso e) non vuol sentire. Sta di fatto, però, che contro il Bologna la settimana scorsa era un altro Verona.
ATALANTA: Una delle gare peggiori dell'annata (straordinaria) di Gasperini arriva proprio in una serata decisiva. L'Atalanta avrebbe potuto centrare per la prima volta il secondo posto (e guadagnare diversi milioni netti in più, per la ripartizione dei diritti televisivi) ma è sembrata scarica, proprio come contro la Juventus in finale di Coppa Italia. A fine gara il tecnico ha parlato di come i nerazzurri siano riusciti a sopperire alle assenze di Gomez e Ilicic, ma forse sarebbe più giusto dire che è ancora su quella scia che si sta costruendo, nonostante il cambio generazionale. La squadra è bella, interessante, forte e dominante ma viaggia anche su una grossa altalena. E così non si vince.
A cura di Mattia Fele
©RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA