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Top&Flop 11ª giornata: Lozano incide e decide, D’Ambrosio è un talismano. Bologna sgretolato

Mattia Fele

Anche questa settimana ci ritroviamo il lunedì in occasione della nuova rubrica di Calcionapoli1926.it, dedicata ai protagonisti Top&Flop di ogni giornata della Serie A. CLICCA QUI PER RESTARE SEMPRE AGGIORNATO SUL NAPOLI Top&Flop...

Anche questa settimana ci ritroviamo il lunedì in occasione della nuova rubrica di Calcionapoli1926.it, dedicata ai protagonisti Top&Flop di ogni giornata della Serie A.

Top&Flop 11ª giornata di Serie A

TOP

  • D'AMBROSIO
  • L'Inter di Zhang persevera esasperatamente nell'acquistare terzini su terzini. Solo quest'anno 3: Hakimi, Kolarov e Darmian. Tre calciatori per consentire a Conte di avere ampia scelta sulle fasce, zona del campo dove la sua squadra dovrebbe esprimersi meglio. Nessuno di loro, se non a lampi inconsistenti, si è espresso al livello delle aspettative iniziali nonostante i valori tecnici (soprattutto del primo, ndr).  Si racconta che Marotta abbia un'equipe apposita solo per visionare esterni, ma nessuno di loro aveva ben pensato di controllare la distinta già a disposizione. Danilo D'Ambrosio è entrato in quel loop mistico nel quale sa segnare solo goal decisivi ed importanti, con quello stacco e quell'opportunismo in area che sembrano tra l'altro confarsi alla perfezione con lo stile-Conte. Ma è meglio Kolarov. Di testa domina e fa vincere l'Inter, e a noi ricorda un centrocampista biondino che al Milan di testa ha segnato più di un goal. D'Ambrosini.

  • LOZANO
  • L'indemoniato Hirving non poteva essere la strana figura della passata stagione (e forse non è neanche questo, più che mai invasato ndr), e il karma lo sa. Le divinità del caso hanno agguantato il messicano e gli hanno donato il fuoco della rivalsa, la goccia del riscatto. E il vaso di Pandora straborda dei suoi scatti fulminanti, la sua tecnica sembra migliorata e non appena sfiora il pallone segnare diventa possibile. Pericolo costante, dominante nell'attacco della profondità e sublime nell'atteggiamento (ma l'avevate mai visto difendere?). L'unica spiegazione è che sia posseduto, sempre se non vogliamo credere nell'esistenza dello Yin, dello Yang e del Nirvana. O forse l'anno scorso era fuori posizione? SPIRITATO.

  • VERONA
  • Prima potevamo sorprenderci, ora un po' meno. Ivan Juric ha dato un'identità a questa squadra impressionante, ma il punto è (finalmente) un altro: questa squadra ha qualità. Perché senza questa componente non vinci in casa della Lazio nonostante Simone Inzaghi stia sbandando come se avesse gli pneumatici oliati. Oltre a Zaccagni fa specie la difesa, che ha perso Rrahmani e Kumbulla e riesce comunque a contenere la tecnica di giocatori superiori. I gialloblu hanno pareggiato a Torino e a Milano (sì, hanno fermato il Milan!!!!) e zitti zitti sono accucciolati al 7imo posto in classifica. E Juric dice: "Possiamo ancora migliorare". Non vediamo l'ora, Ivan.

    FLOP

  • BOLOGNA
  • La squadra di Mihajlovic aveva dimenticato che oggi era matchday (va di moda dire così, oggi). Dal primo secondo abbiamo visto una sola squadra in campo e gli episodi a favore della Roma non hanno aiutato. L'autorete di Poli, le giocate di Dzeko e di Pellegrini avrebbero forse ammazzato chiunque. Una brutta figura che il tecnico non avrà preso benissimo, conoscendolo. Probabilmente impedirà loro di parlare per i prossimi 10 giorni di ritiro forzato. Già squillano forti i telefonini dei membri dell'Assocalciatori e dei legali. "Miha ucciso, avvocato!" - urla un giocatore. Ma dai Sinisa, poteva andare peggio! Guarda cosa succede al Torino...

  • PERISIC
  • Diciamo che Ivan il Terribile era un altro. Questo qui fa invece parte dello strambo elenco di calciatori che all'estero vincono le Champions e in Italia tornano dimenticando il pallone in terra barbara. Dimenticavo, ha anche perso una finale della FIFAWC 2018 (giocata da vero protagonista). Ma con Conte (e con Spalletti pure) non ha mai inciso né convinto, se non in qualche caso isolato. Ieri una pessima figura in casa del Cagliari che gli fa meritare in tutto e per tutto il 5 in pagella. Ma solo perché vogliamo essere generosi. Sarà che all'estero curano meno la tattica, ma il suo doppio passo sull'esterno con cross basso rasoterra in Italia lo ha capito anche l'inserviente di San Siro. Non ci vuole un match analyst (altro termine in voga, ndr). Ivan il Prevedibile.

    Undicesima giornata, non solo Top&Flop: il goal più bello secondo CN1926IT

    A cura di Mattia Fele 

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