È un Napoli locomotiva quello che travolge la Sampdoria al Marassi, incasellando il punteggio pieno in campionato. Una squadra in fiducia, che migliora di partita in partita e soprattutto capace di riconoscere i momenti della gara. Quando tenere la guardia bassa e ripartire, quando pazientare col palleggio e poi imbucare. L’aggiunta tecnico tattica più evidente della gestione Spalletti è nella semplificazione: questo Napoli domina e sembra non faticare.
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Sampdoria-Napoli, l’analisi tattica: Spalletti e l’arte di semplificare
L’aggiunta più evidente della gestione Spalletti è nella semplificazione: questo Napoli domina la Sampdoria e sembra non faticare
Sampdoria-Napoli, l'analisi tattica
Zielinski dentro per un 1-4-3-3 degli azzurri contrapposto al 1-4-4-2 della Samp. Anguissa è tutto quello che mancava per lucidare il sinistro di Fabian e rimodulare il Napoli in corso d’opera. Difatti, Spalletti lo utilizza praticamente a tuttocampo. L’ex Fulham è solitamente il primo ad azionare il pressing offensivo e seguire il costruttore di gioco avversario – in questo match, Adrien Silva – per poi salvaguardare, quando i ritmi si allentano, zone di campo pericolose maggiormente presidiate dagli avversari. Si pensi durante il secondo tempo, come sottolineato da Spalletti nell’intervista post gara, il suo riposizionamento come mezzala a sinistra per aiutare Mario Rui dalle folate di Candreva e l’avanzare di Thorsby.
Il 1-4-5-1 corto e dal blocco medio del Napoli ben si sposava con le caratteristiche degli uomini di D’Aversa, nonostante le difficoltà iniziali. Il movimento della linea difensiva degli azzurri è stato esemplare. La catena di destra attenta nello schermare le combinazioni dentro al campo di Daamsgard con l’attaccante in figura e uno che si lancia in profondità (Quaglierella o Caputo, sempre abili ad associarsi coi compagni). Impeccabili le marcature e coperture preventive, dove a giganteggiare ancora una volta è stato Koulibaly, in questo momento uno dei difensori più forti d’Europa. Dall’altro lato, la catena di sinistra concentrata a togliere spazio alle incursioni di Candreva e Thorsby.
D’altronde, la scelta di alzare il baricentro di D’Aversa ha permesso al Napoli di sfruttare appieno il passo da duecentista di Osimhen, una belva in campo aperto. In quell’accelerazione su assist di Insigne ai danni di Yoshida con annesso errore a tu per tu con Audero è il manifesto del potenziale ancora da compiere del nigeriano. Imprendibile, ma ancora acerbo nello schiantare definitivamente le difese avversarie e forse anche il campionato stesso.
Sarà, comunque, interessante capire come Spalletti gestirà le forze di Anguissa e se magari al ritorno di Demme potremmo vederli insieme in campo ai fianchi di Fabian Ruiz o Zielinski, quando ci sarà bisogno di un’intensità maggiore e continuativa con avversari diversi (penso all’Atalanta o al Milan). Fino ad allora, bisogna solo applaudire il rendimento tecnico/tattico della squadra di Spalletti che ha confermato, semmai ce ne fosse mai stato bisogno, che un bravo allenatore è colui che semplifica le cose per sé e per i propri calciatori.
Bruno Conte
Mister Under16 Turris
Uefa C
Viesse Sport
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