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PUNTI DI SVISTA – Italia fuori dal Mondiale, calcio italiano in crisi: qual è il problema?

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Di chi è la colpa? Contro chi puntare maggiormente il dito?

Redazione

In Italia 60 milioni di CT, il calcio da sempre unisce e divide l'opinione pubblica. Noi di calcionapoli1926.it, commenteremo una notizia un fatto un accadimento visto da prospettive opposte, con Giuseppe Canetti e Tony Sarnataro.

Il calcio italiano è sempre più in crisi a tutti i livelli. La Nazionale dovrà restare fuori dai mondiali per la seconda volta consecutiva, mentre i club, che una volta dominavano la scena internazionale, sono sistematicamente fatti fuori nelle competizioni UEFA quando inizia la fase da dentro o fuori. Specialmente in Champions, dove per la seconda volta di fila non ci sono squadre italiane tra le prime 8. Non che in Europa League il discorso sia diverso, considerando che quello che una volta era il nostro trofeo, non vede trionfi italici dal '99! Di chi è la colpa? Contro chi puntare maggiormente il dito?

Pensiero Canetti: problemi strutturali e di mentalità

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La debacle azzurra nei play-off di qualificazioni ai Mondiali è soltanto la punta dell'iceberg: il calcio italiano è ai minimi storici, ma da tempo. Vittoria agli Europei (e come...) a parte, sono anni che la Nazionale azzurra fatica al cospetto delle diverse selezioni del globo, più giovani, prestanti e cosmopolite. A prescindere dal livello tecnico, l'Italia ha limiti strutturali e di mentalità. Basti pensare alle recenti polemiche sollevate contro la convocazione degli oriundi. Roba da Medioevo. Un complesso di superiorità assurdo - e sbagliato - presente anche in altre situazioni, come nel caso dei club.

Che dire riguardo i club? La maggior parte delle squadre nostrane riesce a malapena a superare i gironi delle varie competizioni internazionali. E quando ciò accade poi si viene eliminati mestamente da compagini che addirittura ci prendiamo il lusso di definire mediocri. Il motivo? Semplicemente perché le squadre italiane, in confronto ai top club europei, sono scarse. 

Sarebbe troppo facile, però, infierire contro i giocatori. Che colpa ne hanno se vengono acquistati nonostante le loro qualità non eccelse, o se vengono mal gestiti e, in alcuni casi, rovinati? Nessuna. Il focus della questione è un altro: come si suol dire, "il pesce puzza dalla testa". Sì, non ci sono più i calciatori di una volta, ma i problemi del movimento calcistico italiano sono le fondamenta. Servirebbe una grande rivoluzione all'interno di quei palazzi che, ormai, non stanno più al passo coi tempi.

 

Pensiero Sarnataro: disastro tecnico-tattico, non ci sono più i giocatori (e le squadre) di una volta

italia ranking fifa

La soluzione al quesito è nella premessa stesso dell'articolo, nell'incipit. Assurdo stare a pensare a ciò che sta succedendo negli ultimi anni al calcio italiano. E lo diciamo senza mezzi termini: il nostro calcio è ai minimi storici. Siamo arrivati ad essere un campionato...polacco o turco qualsiasi, con tutto il rispetto. Alla meglio ce la possiamo giocare con quello francese o portoghese, ma solo a livello di campionato e non di nazionale. Una volta eravamo i primi, in tutto. Urge fare un esame di coscienza.

Il Napoliè in lotta per lo scudetto e ne siamo tutti contenti, ma prendiamo queste squadre che sono in vetta nel campionato italiano (Milan, Inter, Juve oltre al Napoli stesso) e sono davvero grandi squadre? Potrebbero davvero competere a grandi livelli? La risposta sembra scontata. Si parla di un campionato finalmente incerto con toni trionfali ed entusiastici, solo perché non abbiamo più nemmeno mezza squadra decente. Prima almeno una la avevamo, ora zero totale. E il campionatoè bello e incerto ma soprattutto molto mediocre. Questo è l'aggettivo giusto. Nessuna dà la sensazione di forza e saper piegare gli avversari. Si va a fiammate, oggi il Milan, ieri l'Inter, domani il Napoli. Non ammetterlo sarebbe voler negare l'evidenza. Basta prendere un nostro top club e vedere come esce miseramente in un sedicesimo di finale di Europa League! Ma di chi è la colpa?

C'è stato il Covid, ci sono stati i problemi degli introiti, ma questi hanno riguardato tutto il mondo. E allora? Il problema è che il vizio italico, da sempre, è quello di adagiarsi. A partire dalle infrastrutture, ovvero dagli stadi. Possibile che solo in Italia è impossibile farne uno e chi ci prova deve andare a scontrarsi con la burocrazia italiana fino a mollare l'idea e magari (giustamente) la presidenza del club? Per non parlare di tutti i problemi fiscali, il reclutamento dei giovani calciatori e quanto altro. Bisogna fare le cose semplici, una volta eravamo maestri. Ora non lo siamo più, e chissà quando torneremo. E no, non sarà un "il campionato più incerto degli ultimi dieci anni" urlato con toni trionfali in qualche telecronaca a regalarci la centralità europea di cui abbiamo maledettamente bisogno.

L'Europeo vinto? Una rondine non fa primavera, l'eccezione che conferma la regola. Anche perché pur vedendo i calciatori di oggi paragonati a quelli di venti anni fa si diventa pallidi. E se nei vivai non crescono più talenti un motivo ci sarà.

 

Caro lettore, dopo aver letto l’articolo, sei d’accordo con Canetti, Sarnataro o hanno preso una SVISTA entrambi?

A cura di GIUSEPPE CANETTI e TONY SARNATARO

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