Arriva il primo pareggio al Maradona dopo cinque vittorie consecutive (in campionato): Napoli-Verona finisce 1-1 dopo oltre novanta minuti di battaglia. Di seguito l'analisi tattica di mister Bruno Conte.
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Napoli-Verona, l’analisi tattica: azzurri bloccati da Tudor. Ecco che cosa non ha funzionato
"Nonostante un dominio territoriale evidente, gli azzurri hanno avuto troppa fretta nell’invadere gli spazi liberatesi, difettando nelle letture offensive"
L'analisi tattica di Napoli-Verona
È 1 a 1 il risultato finale tra Napoli e Verona, probabilmente la peggiore squadra da affrontare dopo un tour de force tra coppa e campionato. La peggiore perché gli scaligeri, da quando si è seduto in panchina Tudor, hanno ritrovato nel loro percorso tattico un’identità di gioco che tanto li aveva valorizzati con Juric: un sistema di marcature a uomo nella zona ben indirizzato, uscite in pressione individuali forti e aggressive, ricerca continua di transizioni e seconde palle. Affrontare una squadra del genere comporta una dilatazione delle distanze tra i reparti tipico di crea 1vs1 ininterrotti in campo.
Il Napoli, comunque, è riuscito solo in parte a manipolare le marcature ed inseguimenti del Verona anche perché la strategia degli uomini di Tudor era volta a spezzare il ritmo gara attraverso l’utilizzo di falli tattici. Del resto, nonostante un dominio territoriale evidente, gli azzurri hanno avuto troppa fretta nell’invadere gli spazi liberatesi, difettando nelle letture offensive. Su tutte, non ha funzionato l’attacco alla profondità del rientrante Osimhen. Poi, né Zielinski prima né Elmas da subentrato, ovvero coloro che in fase di costruzione e sviluppo rendono “asimmetrico” il 1-4-3-3 spallettiano, hanno trovato il corridoio giusto per ricevere in zone pericolose, appiattendosi troppo verso Fabian o Anguissa. Gli esterni, Insigne e Politano/Lozano, hanno sparecchiato più del solito intestardendosi nei loro duelli con il marcatore di riferimento (Dawidowicz e Ceccherini). L’abilità di Tudor è stata quella di orientare la partita secondo il tipo di principi più adatto ai suoi 11. I cambi, probabilmente, saranno stati anche tardivi, ma più che pescare la carta giusta dal mazzo, la necessità era di gestire meglio le forze e formulare una gara più ordinata, anche a costo di stabilire una fase di possesso “difensiva” per poi attaccare la linea mobile del Verona e subire meno transizioni negative. In questo, si motivano le parole post partita di Spalletti.
Resto dell’idea che l’impiego a pieno regime di Demme, in particolare, e di Lobotka a seguire, sia importante per il proseguo del campionato. Da valutare, quando si incontrano squadre così fisiche, anche l’utilizzo di una doppia punta come Petagna ed Osimhen, per svincolare di tanto in tanto il 9 da compiti di ripulita e risalita della palla.
Bruno Conte
Mister U16 FC. TURRIS 1944
Uefa C
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