È pokerNapoli nella notte dedicata a Diego Armando Maradona: Lazio ko 4-0 e gli azzurri tornano in vetta. Capolavoro di Luciano Spalletti che pian piano sta riuscendo a far dimenticare il sarrismo. Di seguito l'analisi tattica di mister Bruno Conte.
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Napoli-Lazio, l’analisi tattica: Spalletti allontana i fantasmi del sarrismo. Che Mertens!
Il Napoli ha avuto il pieno ritmo delle operazioni e ha messo in mostra il miglior Mertens dell’anno
Che Mertens! Lazio dominata dal Napoli
Nel giorno del commovente tributo a Maradona, il Napoli entusiasma il Maradona, una città intera, dominando per 4 reti a 0 la Lazio di Sarri. Una partita dai molteplici significati, tra cui quello, più emotivo, di aver finalmente superato agli occhi del tifoso e dei veterani in rosa il trauma dell’abbandono proprio del sarrismo e di quello splendido triennio azzurro, nonostante siano comunque passati, non riuscendoci, alle pendici del Vesuvio allenatori come Ancelotti e Gattuso. Ci è riuscito in pochi mesi Luciano Spalletti da Certaldo che ha dimostrato come, oltre all’amalgama tattica, ci sia bisogno per piazze come Napoli di moltiplicare le forze dei calciatori in rosa attraverso le voci e i sogni di una città intera. La tattica, la strategia, i moduli, le contrapposizioni, i cambi in corsa, le scelte o qualsivoglia situazione codificata o meno, contano il giusto se non sono accompagnate dalla voglia di lasciare il segno. Questo è il vero capolavoro di Spalletti: aver responsabilizzato i propri giocatori, mostrandogli la possibilità concreta di fare qualcosa di unico per il Napoli.
L'analisi della partita
Il netto 4 a 0 degli azzurri è stato un disinnescare e manipolare la Lazio in una forma spietata. Il 1-4-3-3 di Sarri è saltato subito nelle fasi di pressing alto e riaggresione: il movimento continuo di Lobotka, al posto dell’infortunato Anguissa, rendeva sterile lo schermo di Luis Alberto e di conseguenza anche quello di Milinkovic su Fabian poiché entrambi i centrocampisti del Napoli si spostavano a seconda del lato dove avanzava la palla, creando alle spalle della linea spazi liberi per Zielinski con Cataldi in enorme difficoltà nell’accorciare le distanze col proprio reparto. Il timing sbagliato nelle azioni di pressione o pressing della Lazio, consuetudine di quest’anno, è stato sfruttato da Spalletti consegnando alla propria squadra una strategia chiara: far circolare la palla molto velocemente verso il centro per attrarre le mezzali laziali dopodiché, col classico movimento ad uncino di Mertens, svuotando il centro, andare ad occupare la zona di rifinitura con addirittura 4 uomini (il belga, Zielinski, Insigne e uno talvolta tra Rui e Fabian) e isolare un 2vs1 col terzino opposto con Lozano e Di Lorenzo. In questo modo, sia Luiz Felipe che Acerbi sono andati completamente in panico perché si ritrovavano a difendere frontalmente le offensive degli azzurri e mal si posizionavano nelle marcature preventive.
In fase di non possesso, il piano di Spalletti era quello di togliere profondità Immobile, chiudere la regia di Cataldi con Zielinski, ma soprattutto ingolfare le ricezioni di Luis Alberto e Milinkovic che per caratteristiche sono restii a muoversi tanto nello smarcamento in fase posizionale.
Il Napoli ha avuto il pieno ritmo delle operazioni e ha messo in mostra il miglior Mertens dell’anno. C’è bisogno che a lui si aggiunga qualcun altro per questo tour de force prima della sosta natalizia.
a cura di Bruno Conte
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