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“Oje vita, oje vita mia”. Quando all’Olimpico contro la Lazio nacque l’inno azzurro

Domenico D'Ausilio
Domenico D'Ausilio Vice caporedattore 

Il 7 dicembre 1975 è una di quelle date storiche da ricordare per il tifo azzurro

Domenica alla 18.00 all'Olimpico andrà in scena una delle classiche del calcio italiano, Lazio-Napoli. Un match molto importante per entrambe le squadre, alla ricerca di quel quarto posto che vale l'accesso alla nuova ricchissima Champions 2024/25 (che potrebbe vedere anche cinque squadre italiane ai nastri di partenza grazie al ranking Uefa). Le due squadre sono divise da soli due punti in classifica: Lazio 33, Napoli 31. Per gli azzurri una sconfitta significherebbe quasi sicuramente dire addio ai sogni Champions, mentre una vittoria li rilancerebbe prepotentemente tra i favoriti per l'obiettivo finale.

Lazio-Napoli 1975, quando nacque l'inno "Oje vita mia"

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Il 7 dicembre 1975 è una di quelle date storiche da ricordare per il tifo azzurro. Ma non tutti sanno che durante Lazio-Napoli, valida per l'ottava giornata del campionato di Serie A 1975/76, nacque l'inno azzurro "Oje vita, oje vita mia", tratta dalla celeberrima "'O surdato 'nnammurato". Prima di questo match, il Napoli era secondo in classifica con 11 punti, uno in meno della capolista Juve, che l'aveva scampata bella in casa contro il più bel Cesena della storia (a fine stagione si qualificò per la Coppa Uefa) nella giornata precedente con un pirotecnico 3-3 casalingo, mentre gli azzurri rosicchiarono un punto grazie alla vittoria al San Paolo contro il Milan per 1-0. All'Olimpico ci fu un incredibile esodo di massa, con ben 30.000 cuori azzurri al seguito della squadra. Altro che limitazioni odierne del CASMS, che per domenica ha vietato la trasferta ai tifosi residenti in Campania. Ma questa è un'altra storia. Dopo 11 minuti arriva subito il boato azzurro. Calcio di punizione diretto per il Napoli per fallo su Ghedin su Savoldi, poi costretto a uscire per una distorsione alla caviglia: tiro di Gigi Boccolini, palla leggermente deviata dalla barriera e il povero portiere biancoceleste Felice Pulici è battuto. Napoli in vantaggio in casa dei campioni d'Italia di due anni prima. Fu una bella partita, giocata a viso aperto anche grazie al gioco spumeggiante dei due tecnici Maestrelli (che tornò in panchina dopo 8 mesi di assenza) e Vinicio, i primi a prendere le distanza dal vecchio "catenaccio" all'italiana, ma il risultato non cambiò più. L'apoteosi si verificò a 15 minuti dalla fine, quando Graziani portò in vantaggio il Torino (a fine anno campione d'Italia per l'ultima volta della sua storia) contro la Juventus nel derby della Mole. La notizia arrivò subito ai tifosi azzurri allo stadio che iniziarono a intonare, per caso senza minimamente preparare nulla, "Oje vita, oje vita mia". Non si saprà mai chi iniziò il coro, ma è doveroso ringraziare quei tifosi per la loro genialità. Infatti, dopo quasi 50 anni i tifosi azzurri cantano a squarciagola quelle note meravigliose nei momenti di felicità più pura. Il Napoli al termine di quell'ottava giornata si ritrovò da solo in testa alla classifica, ma gli azzurri non riuscirono a tenere il passo delle due torinesi, con il Torino che laureò campione d'Italia con 45 punti (tantissimi per un campionato a 16 squadre con 2 punti per vittoria), due più della Juve. Il Napoli, infatti, chiuse quinto con 36 punti, sufficienti per la qualificazione alla Coppa Uefa, alla quale però gli azzurri non parteciparono perché vinsero la seconda Coppa Italia della loro storia (4-0 al Verona in finale) che li qualificò di diritto alla Coppa delle Coppe 1976/77, in cui si spinsero fino in semifinale, eliminati dall'Anderlecht. La Lazio, invece, dopo soli due anni dallo scudetto, si salvò solo grazie alla differenza reti sull'Ascoli.

A cura di Domenico D'Ausilio

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