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Corsa, intensità ed interscambiabilità: come gioca la Juventus di Thiago Motta

Corsa, intensità ed interscambiabilità: come gioca la Juventus di Thiago Motta - immagine 1
Andiamo a scoprire i prossimi avversari degli azzurri
Ugo Casadio

Un Napoli di Antonio Conte, che non ha più voglia di fermarsi, andrà ad affrontare quest'oggi alle 18:00 la Juventus di Thiago Motta. Azzurri che dopo oltre un anno hanno ritrovato tre vittorie consecutive in campionato, bianconeri che, invece, dal canto loro sono a secco da due partite (Roma ed Empoli). Ma come gioca la vecchia signora? Andiamolo subito a scoprire.

Corsa e stili di gioco variabili: come gioca la Juventus di Motta

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La nuova Juventus di Thiago Motta differisce totalmente da quella di Massimiliano Allegri degli scorsi anni, sia per modulo sia per attitudine. La differenza più grande è un ritorno alla difesa a quattro anche se la differenza sta anche, come detto, nell'attitudine: nella fattispecie il pressing è più alto con tentativi di riaggressioni immediate una volta persa palla.


Sul modulo

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Una delle più grandi peculiarità è nel modulo. Motta parte sulla carta con un 4-2-3-1 con due mediani che sono solitamente Locatelli e Douglas Luiz, ma, un po' come accadde a Bologna, c'è tanta interscambiabilità tra i giocatori. La cosa che balza subito all'occhio è il fatto che in corso d'opera la squadra può interpretare anche un 4-1-4-1 con il solo Locatelli in cabina di regia e il brasiliano Luiz che sale sulla linea di trequarti di fianco a Koopmeiners.

La stella

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Difficile trovare una singola stella in una squadra come la Juventus, specialmente dopo la campagna acquisti di questa estate. Un giocatore che però, inevitabilmente, si innalza di poco rispetto ai compagni è uno dei nuovi innesti: Teun Koopmeiners. L'olandese non ha bisogno di presentazioni, lo abbiamo conosciuto a dovere nel periodo all'Atalanta. Sulla trequarti bianconera, salvo infortuni, con quel mancino e con l'intelligenza tattica donatagli da madre natura, può realmente fare la differenza.

A cura di Ugo Casadio 

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