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Numeri – possesso palla da “monologo imbarazzante”. La domanda è: perché il Napoli non fiuta il pericolo?

GENOA, ITALY FEBRUARY 6: Ivan Radovanovic of Genoa in action during the Serie A match between Genoa CFC and SSC Napoli- Serie A at Stadio Luigi Ferraris on February 6, 2021 in Genoa, Italy. (Photo by Paolo Rattini/Getty Images)

Nel nostro consueto focus pre-partita (che puoi consultare dal video allegato a questo link), avevamo anticipato il pericolo più concreto in vista del match con il Genoa. Al di là dell’eccellente stato di forma del collettivo rossoblù, i...

Giovanni Ibello

Nel nostro consueto focus pre-partita (che puoi consultare dal video allegato a questo link), avevamo anticipato il pericolo più concreto in vista del match con il Genoa. Al di là dell'eccellente stato di forma del collettivo rossoblù, i numeri - anche se può sembrare paradossale - ci dicono che i ragazzi di Ballardini "detestano il pallone".

Certo, questa è una chiara esagerazione, eppure, cari lettori... non è così lontana dalla verità! Una delle principali strategie dei liguri è la seguente: la squadra, per una precisa scelta tattica del suo allenatore, tende a non governare il pallone e a essere letale quando ha l'opportunità di presentarsi al cospetto del portiere avversario. Ed è proprio quello che è successo ieri al Ferraris.

Il Napoli ha ricevuto il pallino del gioco e, com'era prevedibile - dati i precedenti -, si è letteralmente "accartocciato su se stesso". Non sono mancate le occasioni, ma forse sono solo tre le big chanches in casa azzurra: i due legni colpiti rispettivamente da Petagna e Insigne e la bordata di Demme facilmente disinnescata da Perin.

Il Genoa esulta: non vinceva contro il Napoli dal 2012

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Le poche goleade di questa stagione hanno un solo comune denominatore: la ritrosia verso quel possesso palla "onanistico" che è davvero frustrante non solo per i tifosi, ma anche per i calciatori. Ieri gli azzurri hanno chiuso la contesa con  il 68% di possesso, una cifra francamente imbarazzante se si legge il risultato finale. La sensazione è che i ragazzi, forse inconsciamente, pensano di "rifugiarsi" in una comfort zone. Invece, a prescindere dal numero di occasioni create, la gestione del pallone genera una stanchezza che è prima di tutto mentale. Dato, questo, confermato anche dalla poca lucidità in zona rete.

Ma non è tutto: a leggere i numeri, sono 24 i tiri scagliati verso la porta difesa da Perin (11 nello specchio, ma - domanda - quanti realmente pericolosi?). Inoltre, i partenopei, concludono la contesa con 74 azioni pericolose su 161 tentativi.  Il Genoa, dal canto suo, si affaccia solo 34 volte verso la porta difesa da Ospina. Al cospetto di queste cifre, è proprio il caso di dire che le due principali lacune del Napoli risiedono nella mentalità vincente e nella poca concentrazione. In definitiva, rispondendo alla domanda che apre questo focus, la squadra sembra ipnotizzata dal controllo del pallone e forse questa è una delle ragioni che la porta a non fiutare il pericolo. Gattuso dovrà provare a correggere queste lacune esiziali.

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