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NAPLES, ITALY - AUGUST 01: Aurelio De Laurentiis the President of SSC Napoli looks on prior to during the pre-season friendly match between SSC Napoli and OGC Nice at Stadio San Paolo on August 1, 2016 in Naples, Italy. (Photo by Francesco Pecoraro/Getty Images)
Il Napoli sta vivendo senza alcun dubbio il peggior momento degli ultimi anni, ancor peggio dell'ammutinamento di ancelottiana memoria. I motivi sono tanti e non da ricondurre ai singoli. Ciò che più preoccupa, però, è il dietrofront del patron azzurro Aurelio De Laurentiis lo scorso giovedì a margine della presentazione del film scudetto al Cinema Metropolitan. La retorica è drasticamente cambiata, così come probabilmente la mentalità societaria. Si è passati dal "Faremo di tutto per riprovare a vincere" al "Chi pensava di vincere due scudetti di fila è un illuso".
Sembrava ieri che Napoli fosse ufficialmente annoverabile nell'Olimpo dei Campioni. In realtà quei momenti rappresentano soltanto l'inizio della fine. Un delirio partito dal pensare che questa squadra potessero allenarla tutti, passando per una serie di rifiuti - Thiago Motta su tutti - fino all'annuncio del direttore sportivo il 12 Luglio a calciomercato già in atto. Aurelio De Laurentiis ha pagato lo scotto di non aver saputo rimpiazzare due figure cardini come Luciano Spalletti e Cristiano Giuntoli. Due figure da lui spesso sminuite ma dal valore inestimabile. Il patron azzurro è stato lasciato solo al comando di una nave che non riesce a domare. Il mare è in tempesta ma l'orgoglio è troppo per chiedere aiuto. La scelta di Rudi Garcia è stata solo la punta dell'iceberg. Un tecnico - con tutto il rispetto - selezionato dopo una miriade di rifiuti che riesce ad avere la benpensante idea di dire durante la presentazione che lui del Napoli scudettato non conoscesse niente. Le conseguenze sono state presto chiare a tutti: a partire dall'addio di un filosofo della preparazione atletica come Sinatti, sino ad arrivare al definitivo "commissariamento" del tecnico francese a Castel Volturno, supervisionato h24 da colui che si stava rendendo conto dello scempio creato. La soluzione era Walter Mazzarri? A quanto pare no. Un tecnico ormai superato, ma che da gran signore ha donato nuovamente l'anima per la Dea Partenope. Aurelio non sembra avere soluzioni. I dissidi nello spogliatoio sono dovuti anche alla sua invasione di un luogo sacro come quello per un calciatore. La gerarchia piramidale societaria andrebbe rivista in toto, ad ognuno andrebbero attribuiti i propri compiti. De Laurentiis è un grandissimo imprenditore e dovrebbe limitarsi ad essere tale. In tal senso l'ufficiosità in netto anticipo di Manna come direttore sportivo sembra mostrare una parvenza di ricerca della normalità. Ciò che è certo, ad oggi, è che De Laurentiis è da un anno in preda ad un delirio dal quale il Napoli, da solo, farà fatica a uscirne. E le ultime recenti dichiarazioni del patron, in tal senso, spaventano e non poco.
A cura di Ugo Casadio
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