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Al cuor non si comanda e difficilmente si potrà scoprire come tenterà di farlo Piotr Zielinski che domenica sera per la prima volta affronterà il suo Napoli da avversario. In azzurro ha vissuto 8 anni intensi, è arrivato ragazzino, è andato via uomo. In azzurro ha vissuto l'emozione dello scudetto e la delusione di quello portato via nel 2018, in azzurro ha riso e pianto. L'edizione odierna de Il Mattino ha ricordato anche il suo ultimo anno, quando la crepa è stata insanabile. A seguire un estratto dell'articolo.
"Di solito, quando vanno via dal Napoli, smettono di essere quello che erano. Higuain, Insigne, Koulibaly, Kim sono solo le ultime dismissioni azzurre piombate in difficoltà altrove. Una catena lunghissima. Ma non Zielinski: il ragazzo non ha il cuore di pietra, si sa che per lui domenica sera sarà una partita particolare. E lo ha già detto: «Otto anni meravigliosi non si dimenticano, se faccio gol non esulterò». Fa bene. D'altronde, la moglie Laura è la prima che rimpiange Napoli: postò la foto della pioggia, ricordando le giornate sulla spiaggia di Miseno con il cane e gli amici. Piotr è rinato all'Inter: all'inizio sembrava stordito soprattutto per gli infortuni ma è bastato poco a Inzaghi per piazzarlo tra i big. La doppietta alla Juventus, le gare in Champions, gli hanno fatto mettere il Napoli alle spalle. Un addio consumato tra i veleni: l'esclusione dalla lista Champions, alla vigilia della gara con il Barcellona, è una ferita che brucia ancora, anche perché gli venne preferito Traorè. Una scelta legata al futuro, spiegarono allora: in realtà una ritorsione per il mancato rinnovo. Ma Zielinski fino all'ultimo sognava di restare al Napoli: tant'è che ha rifiutato persino i milioni arabi l'estate scorsa. Se ne sono pentiti tutti, della mancata cessione nel 2023: De Laurentiis e Zielinski. L'ultimo anno non è servito a tramutarlo in un reietto, macché: è un ex che si emozionerà alla vista dei colori azzurri. E di qualche vecchio inseparabile compagno di squadra, con cui due anni fa ha vinto lo scudetto. C'è la sua immagine simbolo, dietro il titolo: quando al gol di Raspadori con la Juventus, lui si stese a terra, allargo le braccia e restando immobile mentre tutto intorno c'era una gran festa. Sembrava voler dire: "Finalmente". D'altronde, nella squadra di Spalletti era l'unico superstite in campo di quel Napoli che il 22 aprile 2018 aveva battuto la Juve con il gol di Koulibaly. Il suo sacrificio viene spesso rimpianto da Conte, arrivato a Napoli a giochi fatti: «Vi devo ricordare a chi abbiamo rinunciato? A Zielinski e Osimhen». Un modo per dire: l'Inter si è davvero rafforzata con l'arrivo del polacco. Che in un'intervista al Mattino svelò anche il suo punto debole: «I bambini: in Polonia gestiamo delle case-famiglia per accogliere quelli in difficoltà»".
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