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Vinicio: “Rivoluzione Spalletti come la mia nel 74, ecco quando è nato il suo Napoli”
Luis Vinicio, storico calciatore e allenatore del Napoli, ha rilasciato un'intervista ai microfoni de Il Mattino soffermandosi sul paragone tra il suo Napoli del 1974 e quello di Spalletti.
"L'allenatore mica è uno qualsiasi: se dentro ha energia, porta quelli intorno ad avere un senso di responsabilità, a dare tutto se stesso, ma anche quello che non si ha, per ciò in cui si crede. Per questo Spalletti mi somiglia: nel 1974 feci una rivoluzione che la squadra faticò ad accettare all'inizio, ma quando lo fece creammo un Napoli che ancora tutti portano nel cuore. Come questo. Cosa hanno in comune questo Napoli con il Napoli del calcio totale? Lo spirito. Ovvio che i miei Clerici, Bruscolotti, Esposito non possono essere paragonati ai calciatori che ci sono adesso. Ma la coesione che c'è tra gli azzurri di adesso non sfugge a chi, come me, ha vissuto il calcio fin da piccolo. Magari il concetto di amicizia è cambiato, ma si vede che Spalletti ha creato un senso di appartenenza che mi dà l'impressione sia più forte di Osimhen, Lobotka o Kvaratskhelia. Careca ha paragonato Osimhen a Pelé, ma non è così. Pelé era unico, come pure Garrincha. Io ebbi il coraggio di cambiare, ma fu decisivo anche il senso della disciplina. In Italia tutti marcavano a uomo, non mi andava. Così passai alla zona, prima mista poi totale. Nei ritiri venivano tutti a prendere appunti. Non mi meraviglia questo cammino straordinario, non vedo l'ora che arrivi la festa per lo scudetto".
"Non è né Lauro né Ferlaino. Il comandante ci chiamava solo quando c'erano le elezioni a Palazzo San Giacomo, diceva due o tre cose per ottenere qualche voto e poi basta. L'ingegnere voleva vincere a ogni costo, stava dietro a ogni cosa, non mollava su nulla. E fu quello che più mi fece arrabbiare".
"So che fatica c'è alle spalle, che lavoro bisogna fare nella testa dei calciatori per ottenere quello che sta ottenendo Luciano: questo Napoli nasce dalle sconfitte con l'Empoli e la Roma di un anno fa. C'è un impegno quotidiano, la squadra corre, combatte, gioca. Questa squadra ha fatto un'altra rivoluzione, come il mio Napoli. Ma ho l'impressione che nel cielo, stavolta, è scritto che lo scudetto lo vincerà".
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