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rassegna

Vergogna antisemitismo negli stadi: siamo ancora in Italia o no?

Emanuela Castelli

"C'entra forse Salvini?"

La vergogna dell'antisemitismo dilagante negli stadi, nel silenzio delle Autorità preposte al controllo, solleva l'indignazione di Paolo Berizzi, oggi, su La Repubblica. Il giornalista si chiede se gli stadi siano ancora in territorio italiano o se sia cambiato qualcosa. Le leggi ci sono, perché Piantedosi non le applica?

Vergogna antisemitismo: stadi zona franca?

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Ecco quanto, delle parole di Berizzi, evidenziato da CalcioNapoli1926: "Gli stadi sono ancora territorio italiano oppure zona extraterritoriale? Valgono anche lì le leggi applicate (poco, peraltro) altrove o sono sospese? In particolare una: la legge Mancino, che dal 1993 agisce contro ogni forma di propaganda o di incitamento alle teorie nazifasciste, coprendo quindi anche le motivazioni etniche, razziali e religiose. Rivolgiamo queste domande al ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, dopo l’ennesima onta nazionale proveniente da uno stadio del Paese: in questo caso — in linea con una cupa abitudine certamente non esclusiva, ma che continua a clonarsi — dalla curva Nord laziale e dalla tribuna dell’Olimpico di Roma (...) E allora il terzo quesito da indirizzargli — come si pone, ministro, rispetto alla Mancino? — è anche un consiglio non richiesto. Sgombri il campo dai sospetti e dai retropensieri di chi non può non ricordare come e quanto proprio la Mancino sia, da anni, nel mirino della Lega di Matteo Salvini; ovvero il partito che ha portato il prefetto Piantedosi al vertice del dicastero che coordina le forze di polizia, tutela l’ordine e la sicurezza e i diritti civili, ivi compresi quelli “delle confessioni religiose, di cittadinanza, immigrazione e asilo (...) Toc toc: c’è qualcuno al Viminale? Chi spegne la musica al rave antisemita delle curve?".

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