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rassegna

Stagione 2021-2022, quanti infortuni in Europa, ma il calcio non si ferma

Emanuela Castelli

Gli infortuni aumentano ma la Fifa riempie i calendari. La richiesta del sindacato dei calciatori

Stagione 2021-2022, gli infortuni sono aumentati del 20% rispetto agli anni scorsi. Ma il calcio non si ferma

Stagione 2021-2022, gli infortuni aumentano nelle top five leghe europee, ma il calcio non si ferma e piazza il Mondiale al centro dei campionati

 

Grande attesa per il ritorno in campo degli azzurri, dopo la sosta Nazionali. Sabato il match contro il Torino di Ivan Juric, attualmente al decimo posto in classifica con 10 punti. Anche durante la scorsa stagione il Napoli cominciò benissimo, per poi frenare bruscamente a novembre, complici i numerosi infortuni in contemporanea occorsi a diversi calciatori azzurri. Ma non è stato solo il Napoli a contare un numero esorbitante di infortuni. Infatti, come riportato da NapoliMagazine, nella stagione 2021-2022, gli infortuni sono aumentati del 20% rispetto agli anni passati, in tutti i top five campionati europei. Autore della statistica, il gruppo assicurativo Howden, secondo il quale ai club tutto questo è costato oltre 500 milioni di euro. "Il totale è stato calcolato moltiplicando il costo giornaliero di un giocatore per il numero di giorni in cui non era disponibile a causa di un infortunio". Tutto questo però non ha portato i maggiori organi calcistici mondiali a rallentare i ritmi, quest'anno resi ancor più forsennati dalla Coppa del Mondo a dicembre. Calendari letteralmente congestionati, un numero sempre crescente di competizioni per club e nazionali: si gioca praticamente ogni 3 giorni e gli infortuni sono dietro l'angolo.  Per questo motivo, il sindacato mondiale dei giocatori Fifpro richiama gli organi di competenza a mettere in atto iniziative per limitare i carichi di lavoro dei calciatori. Tra questi, l'adozione permanente di cinque sostituzioni per squadra ma anche la richiesta di periodi di riposo minimi di quattro settimane durante lo stop di campionati e una pausa a metà stagione di due settimane per ogni giocatore. In un mondo come quello del calcio dove tutto è business, si sta evidentemente perdendo il rispetto e la cura della persona umana che c'è dietro il professionista.