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LA SPEZIA, ITALY - FEBRUARY 05: Luciano Spalletti manager of SSC Napoli gestures during the Serie A match between Spezia Calcio and SSC Napoli at Stadio Alberto Picco on February 5, 2023 in La Spezia, Italy. (Photo by Gabriele Maltinti/Getty Images)
Spallettismo contro Sarrismo, i due allenatori hanno rivoluzionato il mondo del calcio, votandosi ad un gioco propositivo, a tratti spettacolare. Ma sono due filosofie diverse, per sfumature e particolari che non permettono una sovrapposizione tra i due tecnici.
Ne parla oggi il Corriere dello Sport, ecco quanto evidenziato da CalcioNapoli1926: "Anche chi ha potuto ammirare da vicino i capolavori empolesi dei due allenatori parte con un vantaggio, sapendo da tempo, da subito, che il loro calcio, a meno di clamorosi intoppi, avrebbe raggiunto livelli alti, molto alti. Il piacere del gioco, il desiderio di farne strumento per arrivare al risultato, è ciò che li accomuna. «Mi alzavo in piedi a battere le mani quando vedevo le partite del Napoli di Sarri», detto ieri da Spalletti, che sta arrivando al traguardo appena sfiorato dal suo collega. C’è però una differenza che oggi, a guardare, anzi, a rimirare la meraviglia del Napoli, potrebbe sfuggire: Sarri ama il lato spettacolare del calcio perfino più di Spalletti. E ce n’è pure un’altra: Sarri non ha ancora raggiunto la sintesi perfetta fra gioco e risultati come è riuscito a Spalletti in questa stagione. Stesso modulo, stesso sistema di mettere la squadra in campo, stessa personalità forte, stesso look sportivo, la tuta del club (...) Il sarrismo è già nella Treccani, lo spallettismo è già nel vocabolario calcistico d’Europa. Sarri ha stupito quando non ha vinto. A Empoli, a Napoli. Ha stupito meno quando ha vinto, anche se il Chelsea che portò alla conquista dell’Europa League non giocava davvero male. La Juve, che con Maurizio ha conquistato l’ultimo scudetto prima del tracollo, no, non aveva il suo marchio. Era una squadra prevenuta nei suoi confronti e lui, in quella squadra, in quell’ambiente, non c’entrava un bel niente. Rimase abbagliato dal vincere facile. Apparteneva, e appartiene, a un altro mondo. Oggi quando la Lazio gioca bene, ti incanta. Il problema è che non sempre risponde al richiamo del suo allenatore. Manca la continuità anche perché mancano i ricambi all’altezza dei titolari. È un problema che Spalletti non conosce, anche perché è stato bravo a risolverlo, almeno per la sua parte. Basta ricordare chi era Lobotka prima del suo arrivo, non certo il regista che incanta l’Europa. Se Sarri toglie Luis Alberto per mettere Basic, il livello tecnico della Lazio si abbassa; se invece Spalletti toglie Zielinski per mettere Elmas, quel livello si abbassa o si alza? Non lo sappiamo tanto sono forti quei due. Se Osimhen salta una partita, gioca Simeone, già 4 gol in Champions; se sta fuori Immobile, Sarri deve scombussolare la Lazio per sostituirlo".
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