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(Getty Images)
L'edizione odierna del Corriere dello Sport si sofferma sul paragone tra i tecnici di Milan e Napoli: Stefano Pioli e Luciano Spalletti.
Milan e Napoli si somigliano per mentalità, ma arrivano da processi diversi. Rispetto alla scorsa stagione, Pioli ha dovuto sostituire in realtà un solo titolare, Franck Kessie, con un centrocampista totale come Pobega (attenzione ai rimorchi, parlarne a quelli della Dinamo Zagabria). Poi ha aggiunto: De Ketelaere, Adli, Origi e ha recuperato in pieno Kjaer. Insomma, Pioli fresco vincitore dello scudetto, ha quest’anno un Milan più forte, ma soprattutto più completo. Sul livello del Napoli c’erano invece dei dubbi perché era uscita, tutta insieme, la vecchia guardia. Da Insigne a Koulibaly, da Mertens a Fabian Ruiz a Ospina, oltre a Ghoulam, Ounas e Petagna. L’obiettivo principale era diminuire il monte ingaggi. Obiettivo raggiunto e livello tecnico garantito dall’arrivo di Raspadori (gol decisivo allo Spezia), di Simeone (primo gol in Champions), di Kim (una sicurezza) e di Kvaratskhelia (la più grande sorpresa di questo scorcio di campionato). La differenza fra Milan e Napoli sta proprio qui: il Milan ha proseguito nel gioco e nei risultati migliorando, il Napoli lo ha fatto cambiando. È la ragione per cui Spalletti (in tribuna per la squalifica) è in questo momento il miglior allenatore della stagione italiana, ma al suo fianco c’è proprio Pioli.
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