Sulle colonne del Corriere dello Sport, Antonio Giordano analizza i numeri di Luciano Spalletti e prova ad immaginare il Napoli che sarà dopo la lunghissima sosta per i Mondiali in Qatar
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Spalletti e la flessione nelle gare conclusive: sfatiamo un luogo comune
Napoli da record, Spalletti ha costruito una realtà solida e vincente. Ora tutti si attendono la frenata. Sfatiamo un po' di falsi miti
Così Antonio Giordano sul passato di Spalletti: "Tra i pericoli in cui il Napoli potrebbe imbattersi viene indicata la possibilità di una frenata: comprensibile, direbbe un Watson del football, se in quindici partite ne hai vinte tredici (e undici di seguito), se le altre due le hai pareggiate e viaggi ad un’andatura folle, roba che gli umani... Ma questo non è (solo) un esercizio di resistenza, è calcio, è schema, è zona o uomo contro uomo, è un dribbling, un assist, la fantasia di un allenatore - Spalletti - che ha costruito con genialità un Napoli prossimo alla perfezione ma mica invincibile (...) Nella narrazione che accompagna Luciano Spalletti e il proprio vissuto s’intrufola nelle statistiche, ne fa le radiografie, le sottopone quasi ad una lente d’ingrandimento e ci scorge le “difficoltà” del biennio interista nelle diciannove gare conclusive - 41 punti all’andata e 31 al ritorno, nella sua prima stagione; 39 nella fase ascendente e 30 in quella discendente, della seconda - analisi che riflette un dato, le cifre inappuntabili, e comunque ignora un aspetto, il raggiungimento dell’obiettivo, la qualificazione in Champions (...) L’ultimo Spalletti, senza andare troppo a ritroso nei secoli, ha ritorni di fiamma si direbbe: 46 punti, cinque in più dell’andata nel 2017: e prima di andarsene in Russia, sempre a Roma, segnali positivi, di poco, quanto basterebbe per sconfiggere un luogo comune, evitando però di parlare di scudetto e di emozioni da cominciare ad avvertire: «Ci sono sei concorrenti per il titolo, sono tutte lì vicinissime, e bastano due partite, due minuti o due cose sbagliate per riuscire a crearti problemi». That’s the question".
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