Senza ombra di dubbio il Napoli è riuscito a convincere nelle prime 7 partite giocate, nonostante la rivoluzione attuata nel corso del calciomercato. Un ruolo chiave lo ha giocato sicuramente Luciano Spalletti che è riuscito a gestire al meglio la nuova rosa, settando al meglio le tattiche di gioco.
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Spalletti tra idee e passione: puntare in alto non è impossibile
Spalletti tra idee e passione: adesso si punta all'Oscar
L'edizione odierna de "Il Corriere dello Sport" si è focalizzata sugli obiettivi del tecnico Luciano Spalletti. Di seguito le sue dichiarazioni:
"Se ad agosto il premio come miglior allenatore del mese è andato a Mourinho per settembre la candidatura di Luciano Spalletti già oggi è forte, molto forte. Per sei ragioni fondamentali. La prima: ha fatto impazzire il “Maradona” con l’incredibile 4-1 sul Liverpool, restituendo un po’ di orgoglio e di fiducia anche a tutto il calcio italiano. La seconda: fra le squadre impegnate nelle tre coppe, il Napoli è l’unica a mantenere, almeno nei risultati, un minimo di continuità, come non ci stanno riuscendo Inter, Roma, Lazio, Juve e solo in parte Milan. La terza: dopo aver vissuto una notte trionfale per il 4-1 sul Liverpool di Klopp non era facile rimettere la testa a posto per una partita di campionato contro lo Spezia e invece, pur faticando, anche grazie alle scelte del suo allenatore il Napoli ha vinto. La quarta: dopo sei giornate è in testa alla classifica insieme all’Atalanta (che non ha le coppe) e al Milan (che è rimasto più o meno lo stesso dell’anno scorso), col miglior attacco. La quinta: con Spalletti in panchina, De Laurentiis ha diminuito di quasi il trenta per cento il monte ingaggi senza che la squadra diminuisse il suo rendimento, anzi. La sesta e ultima ragione è quella che indica il punto più alto del suo lavoro: la rapidità della ricostruzione di una grande squadra".
Sull'indole del tecnico azzurro
"Spalletti è un allenatore vero, è uno che insegna e gestisce, spiega e organizza. Ha un’idea in testa e sa come tradurla nelle mille lingue della squadra. Non è un’operazione semplice perché il suo pensiero tattico è ricco e profondo, ci vogliono applicazione e attenzione per seguirlo. Gli piace declamare le sue frasi: «Voglio che i miei calciatori vadano ad annusare il profumo dell’erba nell’area degli avversari», ama indugiare nelle conferenza stampa, cerca di portare le domande dalla sua parte e talvolta gli scappano via. Ma questo è il contorno. La sostanza è di un uomo di campagna che ha il pregio delle sue origini: ti dice le cose in faccia".
"Allegri lo chiama “l’attore”. Si può capire se a qualcuno non sta simpatico, ma siamo di fronte a un uomo vero, uno generoso, che non lascia mai per strada chi ha bisogno. Ha una doppia forza: gli amici e la famiglia. E ha una passione smisurata per il suo lavoro, per il gioco del calcio. I campionati li ha vinti all’estero (due, con lo Zenit), in Italia solo le Coppe con la Roma. Eppure nella capitale è passato alla storia per la storia di Totti, non per il gioco da stropicciarsi gli occhi, né per le coppe che in quella città mica è facile vincere. Sogna ancora lo scudetto. Oggi è in corsa".
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