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(Getty Images)
L'incantesimo non è svanito e la carrozza non è tornata zucca. Luciano Spalletti per primo ha voglia di capire le ragioni della metamorfosi con lo Spartak. Spera che sia il solito malessere delle italiane (e degli azzurri) quando giocano la coppa figlia di un dio minore. Spalletti non si sente tradito anche se le parole di Koulibaly ("Forse pensavamo già a domenica") non gli sono andate molto a genio. Il ritorno nella fatal Firenze dove nel 2018 il Napoli mollò la rincorsa allo scudetto (l'hotel di ieri notte non era lo stesso di quel 28 aprile) ha un significato particolare proprio perché arriva dopo la prima caduta dell'anno. Lo riporta l'edizione odierna de Il Mattino.
Bisogna ritrovare l'appetito cannibale e lasciar perdere quella inappetenza da adolescenti vista in Europa. E non si può nemmeno dire che la colpa sia delle riserve scelte da Spalletti, perché al momento del crollo (sia pure in dieci) erano di nuovo in campo Anguissa, Lozano, Osimhen. E allora? Forse è stata stanchezza, o supponenza: roba che al cospetto della Fiorentina non sarebbe perdonata. "Servono forza e qualità al massimo per far bene". Andrà in campo la squadra che ha battuto il Cagliari. Solo con Lozano al posto di Politano.
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