Spalletti, subito dopo il tracollo con la Svizzera, ha chiarito l’intenzione di restare con una postilla: doveva ancora confrontarsi con Gravina, rimasto in silenzio e invisibile nella pancia dell’Olympiastadion. Lucio è assunto le proprie responsabilità, dal suo punto di vista ha voglia di andare avanti, impostando un progetto a lungo respiro. Una scelta compiuta l’estate scorsa, quando accettò con entusiasmo l’incarico a Ferragosto, entrando in corsa dopo le dimissioni di Mancini. Ha chiuso con i club e non vuole certo terminare un’esperienza azzurra ancora in fase embrionale. Non ha avuto tempo, è stato condizionato dagli infortuni. È chiaro ci sia stato qualche errore di valutazione. La Nazionale non aveva un’identità precisa e ha evidenziato una forma scadente. Le analisi con lo staff verteranno sulla condizione atletica del gruppo, ma il futuro del ct (sotto contratto sino al Mondiale 2026) sarà inevitabilmente legato alle dinamiche di via Allegri. Lo ha ingaggiato Gravina, da tempo sotto pressione e vicino alla scadenza del mandato federale. Subito o tra pochi mesi si potrebbe ritrovare con un altro presidente".
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