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(Getty Images)
Antonio Corbo, giornalista, ha confrontato i dati del Napoli di Spalletti con quello di Gattuso nel suo consueto editoriale per La Repubblica.
"Incide anche quel male oscuro che da tempo perseguita il Napoli, la discontinuità. La sindrome di dover vincere ad ogni costo partite che valgono scatti nel futuro, voli di fantasia, partite che sembrano facili e si complicano in puerili abbandoni. Spalletti sembrava l’allenatore giusto, sornione, maturo per dare stabilità. Diventa anche lui discontinuo, alternando direzioni magistrali e geniali correzioni dopo errori di formazione a inspiegabile disincanto. Con la Fiorentina nell’ultima sconfitta, un esempio. E ieri, nella partita che segna un punto di confine tra una fondata illusione lunga 33 partite e la sola difesa di zona Champions. La discontinuità tradisce l’immaturità di una squadra senza un solo giocatore che abbia vinto lo scudetto. Vi è riuscito Spalletti, ma con lo Zenit. Un limite è il divario tra fuori e dentro: 37 punti in 16 gare esterne, solo 30 in 17 interne. Si è mai capito perché? Sorprendente un altro dato: dopo 33 partite il Napoli ha 67 punti, solo uno più di Gattuso l’anno scorso nello stesso parziale. La prova ulteriore di quanto sia più morbido questo campionato: il Milan capolista viaggia alla media punti di 2,151. L’Inter 2021 è stata campione con 91 punti, media 2,394. Se non questo, qual era il campionato del sogno?".
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