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Foto SSCN
L'edizione odierna della Gazzetta dello Sport elogia il lavoro di Luciano Spalletti al Napoli, che nonostante i tanti infortuni, è ancora ai vertici della classifica per giocarsi lo scudetto con le milanesi.
"Bisogna soltanto applaudire Spalletti per come fa giocare il Napoli e soprattutto per come ha ovviato alle magagne. Ha perso per 16 gare Osimhen, 15 Lobotka, 11 Insigne, 9 Koulibaly e Anguissa, per tacere del resto della truppa, eppure è sempre lì. Come? Massimizzando l’utilizzo della rosa, rilanciando dei giocatori e inventandosi delle posizioni e dei ruoli per altri. Il caso più eclatante è Juan Jesus. È arrivato a parametro zero anche perché, diciamolo, non aveva più la fiducia di nessuno. Eppure sotto la cura di Luciano è tornato un fior di centrale, che ha persino cancellato quei momenti di distrazione che lo caratterizzavano. E già che siamo ai difensori, vogliamo parlare del grande salto di qualità di Rramhani? È diventato così forte che il Napoli ha lasciato partire in totale serenità Manolas. Passando al centrocampo, Lobotka (quando c’è) è stato fondamentale, un talento ritrovato. Per Spalletti non è una sorpresa, lo voleva già ai tempi dell’Inter. Ma il capolavoro, alla stregua di Juan Jesus, lo ha fatto con Elmas. Uno che fino al suo arrivo non si capiva bene che ruolo avesse. Beh, nel terzetto dietro la punta si è dimostrato un quasi titolare: 6 gol e 5 assist tra campionato ed Europa League".
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