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Spalletti, i cinque punti cardinali della sua conferenza stampa – Repubblica

Domenico D'Ausilio

Antonio Corbo ha commentato la conferenza stampa di presentazione di Luciano Spalletti nel suo consueto editoriale per Repubblica

Antonio Corbo, giornalista, ha commentato la conferenza stampa di presentazione di Luciano Spalletti nel suo consueto editoriale per Repubblica, soffermandosi sui cinque punti cardinali del tecnico.

Spalletti, i cinque punti cardinali della sua conferenza

"Ecco cinque punti cardinali.

1) A Insigne telefonò dopo un gol europeo . Significativo il messaggio: “Far parte del Napoli per molti anni significa rimanere della storia di Napoli”. Più chiaro di così?

2) Ammette di aver telefonato anche a Emerson.

3) Su rinnovi che saltano e i tagli sostiene la linea austera. Non spende una parola per farla cambiare. Sa che il calcio è in crisi, non si piazza controvento, insiste sull’invito a rimanere «per entrare nella storia della città». Sa che nessuno vuol perdere soldi, dai milionari del gol ai poveri cristi della Whirlpool, ma ci prova. È gioco di scuderia.

4) Al contrario di Sarri che si legò a Reina e ai tifosi in dissonanza con il presidente, di Gattuso che si era saldato a Insigne, Koulibaly e Mertens, Spalletti si sente uomo di società. Rimette al suo posto Giuntoli, riapparso ieri. Lo considera il suo punto di riferimento perché può parlare come lui e con lui di calcio, in un club dove decide quasi sempre De Laurentiis con Andrea Chiavelli, l'AD che esce dalle quinte e balza in prima fila. Non può prendersi solo il presidente l’impopolarità di decisioni drastiche, ma inevitabili senza i 50 milioni della Champions.

5) Come De Laurentiis, anche Spalletti presenta il conto. «Dirò ai giocatori che hanno debiti con me».Certo, era sul divano mentre lo degradavano dalla Champions alla Europa League. La TV inquadra il sorriso appagato del presidente. Finalmente uno che pensa e parla aulico come lui. Diverso solo il look. Camicia bianca con abito blu notte e cravatta uguale l’8 luglio si vedono solo nei ministeri romani".