Calcio Napoli 1926
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rassegna

Spalletti sperimentatore contro l’Antalyaspor: cambia molto, ma non il risultato

spalletti antalyaspor
Spalletti versione piccolo chimico in Turchia

Emanuela Castelli

Scambiando gli addendi, il risultato non cambia. Così anche per il Napoli di Spalletti che, contro l'Antalyaspor, cambia moduli e uomini, prova i giovani e regala minuti ai big, alza il ritmo e accorcia le distanze tra i reparti. Eppure, cambia tutto per non cambiare nulla. Il Napoli va a lezione di calcio da Luciano, e riprende a vincere

Continua (o meglio: riprende) a vincere, il Napoli di Spalletti che ieri è sceso in campo dopo 25 giorni contro l'Antalyaspor per la prima amichevole del ritiro

kvaratskhelia
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Ne parla oggi il Corriere dello Sport, ecco quanto evidenziato da CalcioNapoli1926: "Il Napoli ha provato a guardarsi dentro e, non avendo i cinque “ mondiali ” , né Rrahmani, ha studiato strane nuove (?), perché un po’ di 4- 3-3, 4-2-3 1 e 4-4-2 non guasta mai e non sarà certo l’interpretazione in numeri a modificare lo spirito: avanti tutta, e forse tutti, restando corti, per non far infuriare Spalletti, e per concedere agli ottomila di Antalya un po’ di buon calcio, tutto palleggio (intorno a Lobotka) ed estro (con Raspa), un po’ di sana copertura nelle distanze, qualche cambiamento (Di Lorenzo centrale, Zanoli a destra; Elmas in mezzo al campo) e poi sempre a testa alta, guardando oltre il pericolo e stropicciandosi appena appena gli occhi per qualche guizzo di Kvaratskhelia, che ne aveva saltate tre prima dei saluti e che della lombalgia può fregarsene. È successo quello che si poteva sospettare, avvicinandosi ad una gara giocata più o meno in laboratorio, ma senza infilarci sufficienza, anzi: non l’ha fatto neanche l’Antalya, neppure quando ha plasticamente stravolto la propria identità, che ci ha provato ed un pizzico di ansia l’ha avvertita sulla pressione altrui. (...) Il Napoli non si è arrugginito, né si è adagiato, e Spalletti - che non l’avrebbe consentito - ha potuto gustare qualcosa, pure un Ndombele nella ripresa elettrizzante con i suoi no look. Le amichevoli servono per comprendere, per analizzarsi, per innovare se possibile: il Napoli ha governato, ha controllato, ha sentito i muscoli, la gamba, ha colpito due pali (uno il «solito» Raspadori nel primo tempo; uno il «solito» Simeone nella ripresa), ha lasciato persino spazio alla difesa a tre per far divertire chiunque, soprattutto i giovani, però esaminandoli (il capitano della Primavera, Barba; e anche Marfella, Marchisano, Zedadka e Hysaj), ha retto al ritorno dell’Antalya (gol, bello di Memhedi), ha risistemato le distanze, pur avendo ormai mandato i titolari, e quel che restavano, sotto la doccia, ancora con Raspadori, illuminato da Ndombele; ha subìto una scossa, stavolta di Ozmert su punizione, e poi se n’è stato lì, ad assaporare il tepore di Antalya e pure un po’ quello della proprie risposte. A naso, sembra cambiato niente: però sussurrandolo con discrezione, amichevolmente".