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rassegna

Spalletti, anima napoletana: regalato corno scacciaguai agli azzurri

Emanuela Castelli

Non è vero ma ci credo: deve averlo pensato anche Spalletti

Non è vero, ma ci credo. Ché a Napoli vige la regola imprescindibile dell' "essere superstiziosi è da ignoranti, ma non esserlo porta male". Parole e musica di un napoletano doc, Eduardo De Filippo, che ha interpretato e scritto Napoli fin nel midollo. Spalletti, toscano di Certaldo, un po' napoletano lo sta diventando. Perché, inevitabilmente, quando si vive a queste latitudini, un po' cominci ad interiorizzarlo, l'imprinting del posto. E l'aria, a Napoli, è permeata di scaramanzia. Corni, cornetti, scopettine scacciaguai. Più l'obiettivo si fa possibile, più aumenta lo "zitto a chi sape 'o juoco".

Spalletti e il regalo scaramantico agli azzurri

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Ne parla il Corriere dello Sport, ecco quanto evidenziato da CalcioNapoli1926: "Non è vero o forse sì. Ma evidentemente, da queste parti e a questo punto, è meglio crederci. Luciano Spalletti, alla vigilia di Natale e del secondo capitolo di una storia che lui e i giocatori hanno finora scritto con la maestria delle penne importanti, si è regolato così: ultimo venerdì di lavoro, tre giorni di riposo, ripresa martedì senza interruzioni fino all'Inter e un corno. Un corno portafortuna molto, ma molto napoletano regalato ad ognuno dei suoi ragazzi in occasione della cena-brindisi andata in scena giovedì a Posillipo. Il Napoli è una gran bella squadra, ha dominato fino alla sosta in Italia e in Europa ed è anche stata capace di annichilire certi giganti, però sai com'è... Il lavoro è l'unica chiave, è il credo imprescindibile del signor Luciano ed è il mantra recitato a memoria sin dal primo giorno di una stagione che autorizza a credere e non a sognare, ma tutto sommato in questa fase così stimolante e così delicata vale qualsiasi cosa. Anche un amuleto. Figuriamoci venticinque".