04:37 min

rassegna

Sirigu: “A Napoli sono stato benissimo, ma non mi pento. Su Osimhen e Kvara…”

Sara Ghezzi

L'ex portiere azzurro ha rilasciato una lunga intervista a Il Corriere dello Sport in cui ha toccato diversi temi tra cui i due campioni che hanno incantato l'Italia

Salvatore Sirigu la scorsa stagione ha vissuto i primi sei mesi con il Napoli. Il portiere ha visto da vicino parte del percorso dei campioni d'Italia e in un'intervista a Il Corriere dello Sport ha svelato alcuni retroscena sui suoi ex compagni e sulla scelta di accettare la Fiorentina. A seguire le sue parole.

Sirigu: "A Napoli sono stato benissimo, ma non mi pento. Su Osimhen e Kvara..."

—  

A proposito, pentito della scelta?  

«Assolutamente no. A Napoli sono stato benissimo: un vero onore condividere lo spogliatoio con ragazzi eccezionali a cui rinnovo i miei complimenti. Firenze, poi, mi ha lusingato: sentivo che sarebbe stata un’occasione, ho avvertito entusiasmo. Mi sono divertito tantissimo».

E ora come stai? 

«Bene, contento di aver fatto una riabilitazione attenta e oculata e del mio stato di forma. Inizio a vedere la luce». 

A marzo, però, hai visto il buio.  

«Un trauma, anche perché non avevo mai avuto problemi seri in carriera. Poi il chirurgo, il dottor Santucci, mi ha spiegato che non si trattava di una rottura ma di una disinserzione. Mi ha detto che il tendine era sano e che in quattro, quattro mesi e mezzo sarei tornato come nuovo. Ormai ci siamo quasi, ho anche ripreso a fare qualcosina con il pallone. In campo. Da portiere. Mi sento me stesso, ora».

 

Inevitabile: hai pensato al ritiro? 

«All’istante m’è crollato il mondo addosso, ma poi mi sono detto che il calcio è la mia vita, che sono sempre stato professionale, serio e sano. E che sarei tornato: il mio obiettivo è questo e lo sento vicino anche se non tutti ci credevano». 


Cioè? 

«Davano per scontato che a 36 anni avrei smesso. Che mi sarei ritirato: al primo infortunio? Ma perché? Non ci penso neanche, aspetto un’occasione: sono svincolato e in attesa. Voglio giocare e giocherò». 

Con la Fiorentina come va?  

«La Fiorentina sa come la penso: se ha bisogno di me, sono qua. Nel frattempo ringrazio la società, il tecnico, i compagni: mi hanno seguito, aiutato, sostenuto e mai abbandonato. Mai. Ho trovato grande umanità, sono grato a tutti. Anche ora lavoro al Viola Park. E in vacanza mi hanno fatto seguire da un fisioterapista dello staff, Stefano». 

Vacanze in Sardegna, casa tua, manco a dirlo. 

«In realtà non ho fatto un solo giorno di relax: non mi sono mai fermato per accorciare i tempi di recupero con Stefano».

Il lato umano della Viola: storia bella, davvero. Un peccato finirla così.  

«Ripeto, aspetto una chance: se non sarà a Firenze vedremo, Italia o estero non è un problema. Parlo altre tre lingue: inglese, francese e spagnolo». 

 

Con l’arabo come te la cavi?  

«Beh, quello dovrei impararlo. Gli arabi stanno rendendo il mercato più folcloristico, sta accadendo qualcosa di mai visto. E sta nascendo una lega interessante: se giocano Cristiano contro Benzema io li guardo volentieri. E non credo di essere l’unico». 

Ti stai facendo un’idea sul prossimo campionato? 

«Il Napoli è ancora favorito per lo scudetto anche senza Kim. Proseguire su una base solida è più facile: per Inter, Juve e Milan non è facile rifondare. Però il Milan sta facendo un bel mercato».

Chukwueze e Pulisic sono la risposta a Kvaratskhelia? 

«Non giudico chi non conosco bene, lo sai. Ma conosco Kvara: gli ho visto fare due o tre cose incredibili in allenamento. Più che in partita: è un mostro».

Osimhen vale 200 milioni?  

«I prezzi li fa il mercato. Ma se oggi parliamo di centravanti puri, penso a Victor e Haaland».

 

Se invece parliamo di portieri del futuro, pensi a Salvatore Sirigu? 

«Io vorrei regalarmi una bella opportunità ed essere felice. Mi auguro la salute e poi la gioia di tornare ad allenarmi senza pensare a terapie, piscina e palestra. Voglio arrivare al campo, cambiarmi, infilare i guanti e ridere». E volare.